martedì 10 giugno 2008

"La mano invisibile" del Supercapitalismo


"Lei affronta il fenomeno del Supercapitalismo: un´economia dove le élites hanno perso i legami con la maggioranza delle popolazioni. Perfino nei paesi più sviluppati le diseguaglianze fra i chief executive delle multinazionali e i loro dipendenti raggiungono livelli mai visti nella storia. Si rompe ogni legame di solidarietà, perfino il concetto di cittadinanza si svuota quando la classe dirigente si isola da ogni rischio, non partecipa più dei destini della società.
«All´arricchimento si accompagna la deresponsabilizzazione. Altro che etica protestante del capitalismo. Un tempo i dirigenti delle aziende incassavano un premio economico che era sorretto da una legittimità: la loro ricchezza era commisurata ai risultati che offrivano agli azionisti, ai dipendenti, all´insieme della società che beneficiava della creazione di benessere e occupazione. Oggi lo spettacolo che offre il nuovo capitalismo è ben diverso. I dirigenti uccidono le aziende, distruggono valore azionario, gettano sul lastrico i dipendenti, e se ne escono dopo essere stati premiati con buonuscite sempre più generose. Si arricchiscono dopo aver impoverito la collettività. Il fenomeno va ben oltre la sfera dell´economia, spezza una regola fondamentale della democrazia rappresentativa. C´è un tradimento dei doveri della classe dirigente, una rottura fra rappresentanti e rappresentati».

Guido Rossi "Perchè filosofia", Ed. San Raffaele

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