mercoledì 18 giugno 2008

La riduzione al silenzio

"Dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto del popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. l'Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità,vuole la calma laboriosa. Noi questa pace, questa calma laboriosa gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza se sarà necessario" Mussolini

"I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell'ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch'esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l'onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l'altro oggi si troverebbe a poter disapplicare."

Lettra al Senato del Presidente del Consiglio Berlusconi.

«Una rassicurante frustrazione» è la passione dominante in Italia, sostiene Giorgio Agamben. è il sentimento che prova chi è stato espropriato delle sue capacità espressive, è l´impulso di chi, «senza avere nulla per tirarsene fuori», si consegna a un silenzio dinanzi all´«intollerabile». è insostenibile in Italia lo stordito consenso a questa riduzione al silenzio, la quieta accettazione del vuoto di parole di un intero popolo di fronte al proprio destino.Non c´è dubbio che contribuiscano a questo sentimento il disincanto delle élites, la debolezza dell´opposizione politica, il rumore dei media, la narcosi di un corpo sociale frastornato da una comunicazione nebbiosa, truccata, prepotente. Per l´ultima prova di forza di Berlusconi – un déjà vu – non accade nulla di diverso."

Giuseppe D'avanzo, la Repubblica.

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