Il Settimo sigillo di Berlusconi.
Le anomalie del ‘centrismo’ nostrano sempre più si stanno rivelando un pasticcio e l’occasione per un possibile trasformismo tutto italiano per la presenza nazionale di un leader unico e tante comparse ossequienti o osannanti.
Le responsabilità personali e le scelte politiche oggi rischiano giocoforza di alimentare il rischio o la possibilità di ingessare ancora una volta dal dopoguerra in poi il processo di ‘normale’ democratizzazione del nostro paese a maggior ragione dopo l’esito scontato del grande evento mediatico più che politico della nascita del PdL berlusconiano.
In Italia i migliori analisti hanno evidenziato che non è mai esistito un vero e proprio partito conservatore di massa schierato a destra ma anche impegnato sul terreno di una democrazia moderna.
Storicamente - sicuramente con merito- questo processo è stato interpretato e praticato da un ininterrotto primato del centrismo democristiano,aiutato ed alimentato da una sorta di ‘guerra fredda’ carsica e sociale che prestava le ‘vie di fuga’ verso un ‘consociativismo’ o un confronto teorico con la sinistra storica e di massa.
Una sinistra costretta per sopravvivere e vivere ad un atteggiamento culturalmente conservatore ed a battaglie politiche e sociali di retroguardia e di difesa di una Carta costituzionale sempre sotto assedio e troppo rigida per affrontare con duttilità e lungimiranza le sfide della democrazia liberale da rinnovare .Una democrazia moderna che finalmente poneva in agenda una politica weberiana della responsabilità coniugata pragmaticamente ad una politica delle convinzione e dei valori non costretta sempre di camminare a rimorchio con una Chiesa testardamente abbarbicata a Principi di verità teologiche politicamente prescrittive e non negoziabili.
L’altanerare indiscriminato e strumentale tra queste due categorie concettuali fondamentali della politica democratica moderna in Italia ha assunto la funzione di una sorta di “maledizione” politologica e politicistica assieme.
Gli anni ottanta in un momento di fertilità istituzionale e politica in presenza della crisi dei partiti e del ceto politico di riferimento hanno fatto seguire al danno o al rimedio possibile …la beffa. L’rrompere sulla scena politica di destra e di sinistra il giustizialismo, l’antipolitica, il populismo degli apprendisti stregoni di destra e di sinistra hanno spianato la strada sulle macerie culturali e psicologiche e sulle paure economiche e sociali a un personaggio come Berlusconi con la sua particolare proposta di riforma della democrazia moderna e della destra italiana (democristiana,liberale,missina e leghista) in commistione subalterna con la difesa dei suoi interessi economici e giuridici personali e privati.
In una situazione postindustriale,postdemocristiana e per alcuni improvvidi analisti postpolitica o postdemocratica tout court, il gioco per Berlusconi è stato facile e senza ostacoli anche per l’attardarsi di una alternativa di centro anacronistica,nostalgica e identidaria e di una sinistra lacerata,sfiancata e incapace di leggere i tempi della nuova crisi e di elaborare e reinventare analisi e proposte nuove ed adeguate a dare proposte concrete per soluzioni pragmatiche e democratiche tout court ad una società sempre più esigente,disorientata e impaurita dalla crisi e dal nuovo che irrimediabilemente avanzava.
Una società sempre più volubile e destabilizzata anche da una informazione ingessata e controllata che ha alimentato o assecondato i suoi caratteri ‘liquidi’ che incentivano un leaderismo con tentazioni populistiche ,antipolitiche e anche sovversive.
Oggi la crisi economica che colpisce il mondo e il nostro paese necessariamente ci imporrà come via d’uscita in avanti un teatro con nuovi attori, nuovi canovacci e soprattutto nuove ‘commedie o tragedie’ da scrivere ed interpretare.
La maschera ‘Berlusconi’ dovrà per necessità storica e fisiologica arricchire la ampia teca del Museo nazionale della Commedia dell’arte in compagnia di Arlecchino, Pulcinella, Brighella ,Pantalone e tanti altri.Si spera prima possibile per il bene presente e futuro del paese.
Da questa recessione economica,culturale,sociale e politica non si esce col passo del gambero o l’atteggiamento dello struzzo e neanche con un possibile “coupe de theatre” dell’istrionico Berlusconi sempre più inattuale ed inadeguato ad interpretare anche il prossimo,complesso e difficile futuro.
La destra ha due possibili e praticabili risorse: Tremonti, sempre più “locale”e meno “globale”,”municipalizzato,leghista progressivo e neoguelfo concordatario” ?ad usum delphini’ ; Fini “laicizzato”,,”pluralista, statalista e istituzionalista”,costituzionale e parlamentare per necessità e convinzione antipadronale.
Ma il problema di fondo resterà comunque l’idea e la pratica di possibile democrazia moderna che destra ,centro e sinistra riusciranno ad elaborare e proporre alla società italiana.
Una cosa è certa dalle crisi e dalle tragedie come quella che oggettivamente stiamo vivendo non se ne esce con vecchi ,imbellettati o liftati ‘capicomici’ che ripropongono vecchi canovacci per sopravvivere a se stessi e ai propri narcisismi o ossessioni reinterpretando nuove o vecchie ‘commedie e tragedie’ per il paese ma solo in forma di ‘farse’.
Mauro Orlando
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