giovedì 9 aprile 2009

Elisir d'amore per ........un silenzio di preghiera e di amore.




............“Se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire"..........F. Fellini




.... un dialogo immaginifico sul"silenzio" tra l’angelo Mercuzio e il clown Nanos.

- Ah che solitudine ,che dolori, che soffrenze...che bella e triste compagnia e…..che silenzio!
- “Silenzio”!Non cominciamo con i paradossi e le stranezze in una situazione di tragedia reale. Hai voglia di meravigliarmi o confondermi?Io consiglierei concretezza ,operosità e decisioni.
- Ascolta ,prima di tutto voglio farti una confidenza importante per questa occasione.Prima di diventare 'angelo' -come tu dici- io vivevo in Irpinia. Non so se ti dice qualcosa questa parola in presenza di queste nuove ferite della carne e della terra che ha colpito gli abbruzzesi.Ma torniamo a noi ....ma veramente non senti una musica o una armonia in questo silenzio addolorato e ferito che sa di eterno?
- Mi dispiace ,no!Sa io sono solo un 'fool' e per il resto io sono 'campano'ma di città e a dirti la verità non ho mai sopportato i vostri silenzi irpinie le vostre introverse e astiose separatezze e orgogliose solitudini anche nella soffrenza.
-Lasciamo stare queste vecchie e inutili 'querelles' da "intellettuali della Magna Grecia". La serietàe la drammaticità del momento ci impone leggerezza e serietà ma sopratutto autenticità.... Ascolta meglio: il silenzio non è assenza di suoni,come di dolore non è assenza di vita. Quello che tu non hai udito è la totalità dei suoni e e per la soffrenza le ricchezze delle varietà del vivere. C’è una differenza che i ‘filosofi’ usano chiamare ‘ontologica’: una cosa è zero,un’altra cosa è “ infinito meno infinito uguale zero”. Io so che proprio così il mio “Signore e padrone” ha fatto il mondo nell'atto che voi umani chiamate 'creazione': dal niente,anche senza il dolore, come impropriamente usi dire tu, e che invece era un infinito di suoni e di azioni ingarbugliati tra loro e giustamente muti, vuoti ,incorporei.Con la musica si sono separato accordi ,toni, armonie,note quella che normalmente chiamate musica....con la vita ......il bene e il male,il bello e il brutto....il giusto e l'iingiusto e giù di lì in nome della vostra 'libertà'.. Insieme ha creato il verme e l’uomo, i pensieri e le cime di rape, Beethoven e Pupo…..
Creare in fondo è dividere l’incorporeo dal corporeo e quindi il dolore e le soffrenze,l’insostanziale dal sostanziale e quindi la politica e l'economia e.... dargli dei confini,dei limiti,delle qualità con tutto quello che ne viene per le vostre vite terrene.
Questo “silenzio della soffrenza è pieno di musica e di speranza” ....è una modulazione di una gamma spropositata e infinita di non-suoni,di non azioni e fatti che però nella tua incolpevole ‘ignoranza’ e perdita non riesci ad avvertire ,a percepire, sentire se non con questi capolavori comprensibili……come questo di Beethoven che voi chiamate ‘opera 73 o Imperatore’.
- Ah ma io ho comprato anche il cd e la ascolto spesso e la conosco benissimo. Io amo soprattutto la “nona”, il concerto in Do minore di Rachmaninoff, ‘Un bel dì vedremo’, Gershwin…….e anche De Andrè, Guccini,De Gregori, Vecchioni,Cohen,Dylan e altri……
-Certo hai imparato ad amare pate del 'bello' ma a non capire il dolore e ....sopratutto il morire.Per tornare all’autore che vi ho proposto con una sua opera particolare….. Qualcuno di voi che ama chiamarsi ‘critico musicale’ha scritto che Beethoven sa ascoltare e riprodurre il canto candido e leggero dell’esistente, ne ha inseguito il movimento ritmico accarezzandone il silenzioso brusio per trasformarlo in rigoroso linguaggio di una musica assoluta ma ha saputo riprodurre anche la tragica pesantezza e profondità della sofferenza e del morire. Ma in quello che scrive sembra non capire che le due cose non sempre erano indistinguibili,conseguenza una dell’altra. In ‘origine’ per esempio canto e parola erano carichi di una sola potenza che solo il divino avrebbe potuto sopportare o sentire. La lingua era musica e il dire degli uomini riusciva farsi carico di questo di questo mistero poetico,mitico e religioso assieme .Era la prova di una perfetta innocenza che si è trasformata in algida concettualità per esigenze comunicative dimenticando persino la bellezza del libero cinquettare degli uccelli o del sibilo del vento tra le foglie o i capelli della donna amata o dei luminosi chiari di bosco in primavera.
Ma il vero problema è che tu fai fatica oggi …a sentire questo “silenzio” nel vento ,nella luce nei colori ,nelle parole leggere o nelle grida strozzate di dolore che girano per l'Abruzzo in questi giorni! Ecco io penso che per arrivare e vivere veramente un terra martoriata e ferita bisogna prima di tutto rieducarsi a casa ai “silenzi”, ai “vuoti” nei rapporti comuni ma soprattutto in quella disciplina tutta umana che usiamo chiamare filosofia e che ci siamo costruiti nella testa e nel suo linguaggio,o da questo richiamarsi alla poesia ,al racconto ,alla narrazione. E per vostra fortuna nella nostra martoriata Italia ci sono buoni poeti ,affabulatori,clowns o contastorie che hanno qualcosa di vero e di bello da dire a chi soffre anche se alcuni ancora non sanno o hanno paura di esserlo .Ma mi raccomando tenete lontani da questi luoghi sacri toccati nella carne e nel cuore da un Dio che ancora una volta ha voluto parlarci con dolorosa severità almeno gli sciacalli,le iene,le volpi e i serpenti della "politica e della informazione"!!!
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2 commenti:

Nanosecondo ha detto...

Mercurzio , angioletto mio sei triste e lo so perchè con queste disumane avventure umane rischiamo solo di essere, come dice un mio vecchio amico orlando limone "maestri d'asilitudine".

Ma proprio tu parli del silenzio? Ultimamente fai una baccano di parole. E, poi la filosofia?

Uaooo! Adesso ti racconto un "idea del silenzio".....in una raccolta di favole "tardo-antiche" , si legge questo apologo: " Era costume presso gli Ateniesi che chi volesse essere considerato filosofo doveva lasciarsi frustare a dovere e, se sopportava pazientemente i colpi, allora poteva essere considerato filosofo.

Un tale una volta si era sottoposto alla fustigazione e, dopo aver sopportato in silenzio le busse , esclamò: "sono ben degno, dunque, di essere chiamato filosofo!". Ma gli fu risposto a ragione: "Lo saresti stato, se solo avessi taciuto".

Ora con questo che voglio dire che ultimamente ti sento un pò trapazzato e credo che qualche colpo lo hai ricevuto anche alle tue ali e non riesci più a volare....nel silenzio?

Ma, sta cosa non mi convince adesso.

Io, domani parto e vado a trovare i miei aquilotti in compagnia di altri 13 clown "dottori". Devo andare a curare il silenzio facendo sorridere i bambini.

C'è troppo silenzio e pianto li adesso e un pò di sollievo rumoroso e gioviale non guasterebbe, perchè non vieni pure tu?

Lascia stare adesso la filosofia del silenzio c'è bisogno di ricostruire tutti i rumori di una città troppo silenziosa.

Dove non si sentono più i clacson delle macchine, dove non si sentono gli scampanelii delle biciclette.

Sai, per il momento io isnieme ai miei amici clown e clownesse domani vado a portare il rumore almeno di una risata, per "resuscitare" in loro la voglia di volare.

Nanosecondo

Nanosecondo ha detto...

ops....dimeticavo... che sbadato, salutami la cherubinedda. Sai, dovremmo almeno avere la forza di riabbracciarli, i nostri veri silenzi d'amore.