sabato 11 aprile 2009

Elisir d'amore per ...........i bambini del terremoto.



........Silenzio, solo silenzio alle case popolari. Anche qui non c'è più nessuno, solo freddo: è un fermo immagine che si ripete..........
di mimmo calopresti


.......Il terremoto ha una forza tremenda, una forza che ti fa traballare, ti strattona, ti spinge fin quando ti fa cadere. Ti abbatte, ti mette a terra. Tutto diventa fragile, qualcosa resta in bilico, ma tutto quello che ti sembrava così solido adesso è a terra, frantumato. Ti lascia da solo con i rimasugli di tutto quello che sino a quel momento ti sembrava il progetto di un'esistenza. Un ragazzo risale in quella che non sarà mai più la sua casa, recupera la chitarra. Davanti alla tenda dove passerà la notte insieme alla madre e alla nonna, che si è aggregata a loro perché anche la sua casa è crollata, il ragazzo suonicchia qualcosa e pensa al suo futuro. Avrebbe voluto iscriversi a ingegneria elettronica, ora non sa più se resterà qui, pensa che si vorrà trasferire a Roma o a Milano e, mentre suona, forse si immagina quella nuova vita senza certezze e con pensieri confusi. Dio è certezza, invece, per un gruppo di giovani frati benedettini. Anche loro in cerca di qualcosa da recuperare nel loro convento. Loro credono che Dio ogni tanto metta in discussione le nostre vite: ci chiede prove della nostra capacità di avere fede, ci obbliga a pensare alla nostra essenza. Li vedo andare via insieme, nei loro sai, mi sembrano anche loro bambini smarriti, nonostante la certezza della fede.......

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