giovedì 11 marzo 2010

Elisir d'amore per .......la Sardegna



Le antiche usanze funebri, soprattutto nel cuore della Sardegna, sono secolari consuetudini strettamente legate alla cultura e alle tradizioni popolari. La morte, così come la nascita, ha sempre avuto un grande significato nella cultura sarda. Quando essa sopraggiungeva, veniva sottolineata da riti di passaggio, rituali rigidi, quasi sacrali, con regole e dettagli più o meno simili in tutta l'Isola. La presente serie di cortometraggi racconta i "cerimoniali" funerari della Sardegna che identificano un aspetto poco noto del popolo sardo. Nella seconda puntata si esplora la figura di "s’attitadora", una figura femminile che cantava il morto facendo una sorta di panegirico della vita che aveva vissuto e dei pregi che nella sua esistenza lo avevano contraddistinto. L'esecuzione di s'Attitu o s'Attitiru era affidato dai parenti del morto a donne note per la loro abilità. Per la loro prestazione non ricevevano mai un compenso in denaro ma venivano retribuite con doni di varia natura.



Io personalmente penso che le parole e sentimenti sul morire e la morte, se non di circostanza e formali ,non sono mai puro esercizio letterario di rituali “consolationes” con frasi e espressioni che potessero essere mezzi di elaborazioni di un lutto. Per me anche le parole funebri , in privato e in pubblico,devono essere strettamente e intimamente collegate ad uno stile di vita e di pensiero che cerca ,a costo di equivoci, di coniugare sempre una etica delle convinzioni ad una etica della responsabilità.
La perdita di una persona cara in particolare ci segna e ci tocca così intimamente e profondamente, che l’inadeguatezza e il limite delle parole riscontrano il suo massimo di scarto a confronto con il senso profondamente drammatico e sacro della vita umana in rapporto al suo esaurimento materiale e biologico: la morte. E allora anche la ritualità sacra e religiosa si riempie di senso,sentimento e valore.
Nei miei ozi filosofici e senili irpini e cilentani – dopo una salutare e forzata scelta di stacco da un impegno politico e sociale nella ricca e sradicata padania....che si faceva sempre più oltraggioso ed equivoco della stima e del rispetto umano e personale per i suoi abitanti .... l’occasione di un lutto profondo, se pur maturato nel tempo,mi ha cotretto se non altro a ridare ordine alla mia anima divisa e a ristabilire nei sentimenti e nelle idee gerarchie più consone al nostro alto e profondo senso della vita e della dignità umana che abbiamo coltivato e maturato anche nel nostro ripetuto impegno civile e politico nella storia tribolata e offesa nostra cara Italia. Anche il canto doloroso edolorante di antica donna sarda ci può riportare alla dimensione sacra di un vivere comunitario e pubblico anche dei sentimenti più intimi e....personali.

mauro orlando









Nessun commento: