giovedì 31 dicembre 2009

Elisir d'amore per .....la "paesologia"

......ancora a Farheneit Franco Arminio in viaggio verso l'incontro di Grottaminarda (av) sulla " PAESOLOGIA "....




ANZIANI

Per me, andare in certi paesi è come visitare un reparto di geriatria all’aria aperta. I vecchi sulle panchine, le vecchie sulle sedie e sugli scalini davanti alle case, sono persone che hanno già regolato i conti con l’aldiquà e adesso stanno espletando le pratiche per l’aldilà.
In certi paesi del Sud la gente diventa decrepita, sembra che la vecchiaia sia un pozzo senza fondo. Eppure gli anziani che abbiamo ora sono gli ultimi in circolazione. Hanno tratti forti, facce lungamente esposte alla fatica, al freddo e al sole. I giovani di adesso, quando saranno vecchi non avranno queste facce, questi corpi contorti dall’artrosi, questo modo di conversare che non è mai concitato, che è un parlare senza animosità, lento, lievemente ipnotico, circolare. Un parlare appreso quando vivere in un paese significava stare con gli altri e sentirsi insieme agli altri. Forse le cose stanno così: una volta si era tristi tutti insieme, adesso ognuno è triste per conto suo. Ora si esce a prendere un poco di luce, per la vecchia abitudine di stare in mezzo agli altri, ma non c’è più nessuno. I giovani si muovono nelle macchine, sono indaffarati o comunque cercano di mostrarsi indaffarati.
Gli anziani sono gli ultimi relitti rimasti a galla di una civiltà che affonda nella marea del consumo. Hanno tutti una lingua, uno stile, non sono mai sgraziati, sono innocenti. Non era così quando erano giovani.
La civiltà contadina era una civiltà offesa e per questo non sempre capace di gentilezze e di garbo. I vecchi e le vecchie che vediamo adesso con la loro aria smarrita, sono stati genitori oppressivi, si sono concessi e hanno concesso poco.
Abbiate cura di andare in giro. Non rimanete fermi come uno straccio sotto il ferro da stiro. Andate nei paesi e provate ad ascoltare gli anziani, a far loro compagnia.
Provate a praticare una nuova forma di turismo, il turismo della clemenza. Facilmente vi potrà capitare di essere trattenuti per un braccio da un anziano che ancora vi vuole parlare, perché oggi per loro il male più grande è non trovare ascolto, non poter raccontare una vita che era epica anche quando era banale.
Andate a vedere la ragnatela delle rughe, gli occhi su cui campeggiano le grandi impalcature della morte. La vita non è uno show televisivo e gli anziani sono qui a ricordarci la gloria e la miseria di stare al mondo.

comunitaprovvisoria

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