martedì 29 dicembre 2009

Elisir d'amore per ......l'incontro del 9 gen di "paesologia" a Grottaminarda (av)

Franco Arminio di contadini oggi parla a fahereneit.

l’appuntamento continua con altri voci paesologiche ogni giorno alle quattro fino a venerdì.


Ogni tanto per vecchiaia muore qualcuno

che non cercava potere né vittoria

e questa era finissima cultura.

Ogni paese era una tela di eroi,

la miseria per cui lavoravano oscurava

la grandezza di ciò che davano.






Qualche tempo fa ero in una scuola di Candela, un paese in provincia di Foggia dove c’è tanta terra ed è tutta coltivata a grano. Chiesi ai ragazzi chi di loro fosse figlio di contadino. Nessuno alzò la mano. In quella scuola i figli di contadini c’erano, ma forse si vergognavano, è una parola che non piace, è legata a una storia di grandi fatiche e di piccoli guadagni. Non a caso oggi molti [Continua...] di quelli che lavorano in campagna amano definirsi imprenditori agricoli. La parola imprenditore evoca l’idea di grandi profitti anche se in agricoltura questi profitti sono sempre più una chimera. L’Italia non è più un paese di contadini, lo si dice spesso ed è una grave inesattezza. I contadini ci sono ancora, c’è ancora chi lavora la terra nonostante decenni di politiche che hanno messo al centro del nostro modello di sviluppo l’automobile al posto dell’albero, il cemento al posto della zolla di terra. Adesso che questo modello di sviluppo è palesemente e forse irrimediabilmente in crisi, sarebbe il caso di rimettere in circolazione la parola contadino e di assegnare ad essa un nuovo prestigio. Curiosamente sono i ricchi i più accesi fautori del ritorno alla terra, sono quelli che meno hanno vissuto i disagi della campagna a farsi venire la fregola di fare l’olio o il vino, anche se spesso si limitano a mettere il loro nome sulle bottiglie e mandano nei campi i giovani extracomunitari. Il segnale è comunque incoraggiante. L’Italia non ha più molto suolo agricolo. E’ tutto un brulicare di case, capannoni, officine. E’ il momento di usare la gomma più che la matita, ridare alla terra spazio e respiro. Sogno un mondo che sappia coniugare il computer e il pero selvatico, in cui le persone sappiano potare un albero e navigare in internet. Intanto si tratta di difendere con le unghie e con i denti quelli che alla campagna ancora si dedicano. Altro che calciatori, politici e veline, bisogna dare onore a chi sta nelle stalle, nelle vigne, a chi semina, a chi raccoglie le olive e le castagne. Bisogna organizzare una campagna pubblicitaria non per un prodotto ma per chi lo produce. Altro che mulino bianco, fateci vedere lo sterco e il fango, fateci vedere i contadini.

comunitaprovvisoria

28 Dicembre 2009

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