mi prende una furia di scuotere
la neve finta posata sui rami.
è autunno e inverno qui da molti secoli,
la primavera venne quando non c’era nessuno,
quando il toro e il lupo
correvano liberi sulle vuote alture.
io ti so figlia di questo tempo antico
che con te rinviene,
eccolo, è già il pane
delle nostre cene.
franco arminio
Voglio dedicare questa bella e vecchia canzone di un vecchio amico ,Roberto, ad un nuovo amico ,Franco ,che come AR nella loro "voglia di annientarsi ,darsi e basta poesia" continuano testardi a "ribaltare le parole,invertire il senso fino allo sputo....per cercare un'altra poesia" nel racconto impietoso e amorevole di un amore sofferente e attivo per la propria terra dolorante,ferita e abbandonata e per tutti "i piccoli paesi" del mondo che conservano intatto nella loro triste e ripetitiva esistenza il senso ultimo e essenziale della vita autentica e dei piccoli gesti ,giocata sulla fedeltà , l'appartenenza e legami ad un tessuto identitario socio-culturale come simbolo e mai come mito o dottrina.Questo conservato o roinnovato sguardo o ascolto, franco ,lo chiama "paesologia" ed ognuno di noi dà il compito attivo e consapevole di attivarlo prima nel suo cuore facendo una violenza al dominio della propria razionalità costruita su paradigmi "forti" e "fondativi". Ci invita amorevolmente e drasticamente ad educarci alla "mezza luce" ai "chiari di boschi" piuttosto che ai comodi,sfarzosi e autoritari "lumi" della ragione...... per visitare e prendersi cura dei nostri piccoli paesi che conserviamo nel cuore e nel sangue......
la neve finta posata sui rami.
è autunno e inverno qui da molti secoli,
la primavera venne quando non c’era nessuno,
quando il toro e il lupo
correvano liberi sulle vuote alture.
io ti so figlia di questo tempo antico
che con te rinviene,
eccolo, è già il pane
delle nostre cene.
franco arminio
Voglio dedicare questa bella e vecchia canzone di un vecchio amico ,Roberto, ad un nuovo amico ,Franco ,che come AR nella loro "voglia di annientarsi ,darsi e basta poesia" continuano testardi a "ribaltare le parole,invertire il senso fino allo sputo....per cercare un'altra poesia" nel racconto impietoso e amorevole di un amore sofferente e attivo per la propria terra dolorante,ferita e abbandonata e per tutti "i piccoli paesi" del mondo che conservano intatto nella loro triste e ripetitiva esistenza il senso ultimo e essenziale della vita autentica e dei piccoli gesti ,giocata sulla fedeltà , l'appartenenza e legami ad un tessuto identitario socio-culturale come simbolo e mai come mito o dottrina.Questo conservato o roinnovato sguardo o ascolto, franco ,lo chiama "paesologia" ed ognuno di noi dà il compito attivo e consapevole di attivarlo prima nel suo cuore facendo una violenza al dominio della propria razionalità costruita su paradigmi "forti" e "fondativi". Ci invita amorevolmente e drasticamente ad educarci alla "mezza luce" ai "chiari di boschi" piuttosto che ai comodi,sfarzosi e autoritari "lumi" della ragione...... per visitare e prendersi cura dei nostri piccoli paesi che conserviamo nel cuore e nel sangue......
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