Chi vive esteticamente non può dare della sua vita nessuna spiegazione soddisfacente, perchè egli vive sempre solo nel momento, ed ha una coscienza sempre relativa e limitata di se stesso"
S.A. Kierkegaard
Bello si può dire del concerto di Roma! Anzi meglio : "il bello" era presente e aleggiava al concerto di Roma.
E il "bello" è sincerità e autenticità sempre e comunque. Per questo è così presente nelle storie semplici puchè personali , naif , popolari ; per questo esiste nella canzone autobiografica,il canto dell'"io" e in quella d’autore, dove chi scrive ha vissuto in prima persona i sentimenti che esprime e le parole semplici e giuste che usa. La sincerità a lungo andare paga, sempre. La falsità, anche ben vestita perde.
Ma nessuna di queste cose presa isolatamente ci può dare la certezza del "bello". Non ce la danno neppure se prese insieme, alcune o tutte.
C’è qualcosa nel "bello" che non è una somma, un’alchimia di parti, una ricetta. C’è qualcosa che è come un soffio magico, un’anima che a volte è presente a volte no. E stranamente questo soffio si riconosce più di tante altre cose perché ha una concordanza primordiale con l’essere uomini di là di sovrastrutture,le bruttezze, i dolori, i pseudovalori o le mode. Bisogna però essere attentissimi a non lasciarselo sfuggire, questo soffio, perché intasati come siamo di fiction pseudo-sublimi, potremmo non riconoscerlo.
Essere tra gli 80.ooo a roma o a milano può essere l'occasione fisica e mentale di incontrare "il bello". Ma non è garantito per tutti poterlo gustare e vivere.