
.....ciò che noi siamo e ciò che noi vogliamo.Ognuno di noi nella sua singolarità e responsabilità giuridica e politica. Mi stufa la politica politicante,detta e contraddetta,raccontata sempre,solo e comunque dagli/e/per gli "addetti ai lavori" che amano fare il contropelo ai propri colleghi, che vivono riflessi e appagati nei difetti e nelle malefatte degli altri, che la sanno sempre un tantino più lunga del suo vicino di casa o di banco, insomma non se ne può più di questo proliferare di "grilli parlanti" e di "servette di Tracia".
Solo questo possiamo dire :ciò che siamo ,pensiamo e vogliamo."Delle cose che non si conoscono non bisognerebbe parlare" . Possiamo solo con onestà e chiarezza ,raccontare i propri e personali tic culturali e politici, i propri sogni piccoli e grandi, i propri amori letterari o musicali e le proprie paure antropologiche pregresse o acquisite.Insomma esporre il proprio "io" in prima persona negli specchi passati e presenti della concreta realtà sociale senza spocchia ideologica e snobismi colti. E le domande e le risposte che mi piacerebbere ricevere evitino le retoriche populistiche e le argomentazioni colte ,i paralogismi da bar pieni di luoghi comuni, le metafisiche ,clericali o laiche, del senso e dello spirito pret-a-porter,le pacificazioni omologanti e le conflittualità estetizzanti e le coerenze pelose a principi mentali ed astratti....e mi raccantino tutto quello che rappresenta, in modo leggero o compulsivo gli aspetti autentici e concreti della propria persona sia quando sa vivere le proprie contraddizioni senza pretendere che diventino norme e criterio della vita degli altri sia quando con onestà sa ammettere le proprie sconfitte e limiti.
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