
«Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obbligo, d’esser diventati sanza religione e cattivi; ma ne abbiamo ancora un maggiore, il quale è cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa nostra provincia divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia e alla Spagna. E la cagione che l’Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una repubblica o un principe che la governi, è solamente la Chiesa; perché avendovi abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sí potente né di tal virtù che l’abbia potuto occupare il restante d’Italia e farsene principe; e non è stata, dall’altra parte, sí debile che, per paura di non perdere il dominio delle cose temporali, la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contra a quello che in Italia fusse diventato tropo potente»,
Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, I, 12.
Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, I, 12.
Se la politica invoca Dio
Gustavo Zagrebelsky la Repubblica 30-05-2008
......Pubblichiamo alcune parti della lezione di per la serie "Elogio della politica" diretta da Ivano DionigiLe discussioni sul rapporto religione politica, non solo in Italia ma in generale nel mondo, sono contrassegnate da un atteggiamento che si potrebbe definire, con una contradictio in adiecto, come sociologia normativa. Si procede dalla descrizione delle condizioni de facto della società (sociologia) e da questa descrizione si ricavano conseguenze de iure (norme): da quello che succede a quello che è giusto che succeda.Si constata un intreccio crescente tra poteri pubblici e autorità religiose. Il primo chiede sostegno alle seconde e le seconde al primo, ciascuno per la propria utilità. I rispettivi confini si fanno evanescenti. La politica manifestamente cerca l´appoggio della religione e la religione l´appoggio della politica. La "secolarizzazione", il movimento storico che in cinque secoli ha portato l´Occidente a distinguere tra politica e religione e a fondare lo Stato su ragioni immanenti, non teologiche, sarebbe alla fine. Saremmo entrati cioè nell´epoca della "post-secolarizzazione". La ragione di questo rinnovato intreccio starebbe nel fallimento della pretesa della "ragione secolare" di fondare il governo dell´esistenza, la comprensione del suo significato e la sua salvaguardia su forze morali e scientifiche proprie, cioè esclusivamente umane. Questo fallimento dimostrerebbe l´insensatezza di quella pretesa. La parabola storica che, dall´umanesimo, cioè dalla centralità e signoria dell´essere umano nell´universo, ha condotto alla sovranità popolare si starebbe per concludere con un tracollo. A distanza di due secoli, dovremmo riconoscere che avevano ragione i critici della Rivoluzione, la rivoluzione che aveva preteso di rovesciare la base del potere, dalla grazia di Dio alla volontà popolare, e per questo fu considerata, non per metafora, opera del demonio. Da ciò deriverebbe la necessità di orientare di nuovo la vita politica al trascendente, tramite un rinnovato "appello al cielo". Dio e ciò che su Dio si appoggia nella storia, cioè religione e apparati chiesastici, siano chiamati, come deus ex machina, a superare l´impasse in cui, per il nostro orgoglio smisurato, ci saremmo cacciati. Da qui, la necessità di rivedere l´idea tramandata di laicità che abbiamo recepito dal passato e di adeguarla (ecco la "nuova laicità" di cui si parla) alle odierne condizioni delle nostre società.......
2 commenti:
Fallimento della "ragione secolare"...già !
E in un Paese come la Francia, patria del RIVOLUZIONE, in cui il principio di "laïcité" è stato fin'ora (se mi è permesso il gioco di parole...) SACRO, è proprio dell'altro giorno il decreto del tribunale di Lille che annulla un matrimonio perché la sposa aveva mentito dicendo al futuro marito di essere VERGINE...
Il tribunale ha infatti giudicato la "verginità" una qualità fondamentale della donna prima del matrimonio, forse considerando che i due sposi sono di confessione musulmana...
Si è cosi' creato un precedente.
Si è aperta una enorme breccia: la "République", in quanto tale è LAICA, e non ha mai considerato né nello spirito né nella lettera che la verginità potesse essere una qualità essenziale di una libera cittadina che volesse impegnarsi in un atto di matrimonio, anche se musulmana.
Una sentenza di un tribunale francese è pronunciata in nome del popolo sovrano, della volontà generale e non in nome di una religione, di una tradizione o di un diritto derivato da costumi particolari. Ma forse i tempi sono cambiati veramente. Forse stiamo cancellando secoli di storia, stiamo svuotando di ogni contenuto (senza neanche avere più nemmeno la decenza della forma!)tutte le leggi che bene o male hanno fin'ora cercato di proteggere i diritti, la dignità dei cittadini "senza distinzione etc.etc."...
Seguendo l'attuale logica anti-repubblicana, anti-laica, anti-femminista, a quando allora
la legalizzazione dell'escissione?
La guardasigilli Rashida Dati ha detto infatti che il tribunale, con questa bellissima sentenza ha solo voluto "proteggere" la donna in questione...
A me riesce difficile individuare questa protezione.
Mi è invece molto più facile provare sgomento e paura.
Una vera, profonda paura per mia nipote che ha solo cinque anni...
La tua paura è come la rabbia che ci coltiviamo dentro solo come speranza sempre e comunque per un mondo migliore ma sopratutto per persone migliori.Ma la storia e la nostra esperienza in essa ci ha insegnato che anche i sentimenti e i sogni possono "essere usati contro di noi".
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