martedì 27 maggio 2008

Medea nella terra di Cogne


“ Ah se la nave Argo non avesse fatto il volo…alla terra colchica…La padrona mia , Medea non avrebbe navigato a Iolco, con l’animo sconvolto per l’amore per Giasone”. Così la ‘nutrice’ esprime la sua 'pietas' per Medea, assassina consapevole dei propri figli per amore e poi il Coro quando la protagonista preannuncia il suo proposito omicida: “per te, sfortunanta figlia di Creonte quanta pietà…”
“Oggi pietà l’è morta” per al nostra Medea di Cogne? Mentre i vecchi e nuovi carnefici cercano ancora varchi formali tra i faticosi e pelosi meccanismi della legge. L’indulto o la grazia ,la libertà condizionata o altro ….e le consumate ‘arpie’ forensi e televisive continuano a insozzare le distratte e rovinate coscienze di telespettattatori rincretiniti dall’insonnia e dalle paure "ad usum Delphini".
A me piacerebbe augurare ad Annamaria il diritto alla cittadinanza libera, viva e consapevole suffragata dal suo naturale “diritto materno” piuttosto che dal diritto formale dei prezzolati legulei repubblicani che gli fanno riconoscere la salute mentale..... come prova di colpevolezza.A me piacerebbe riconoscerle la libertà di intendere e di volere rispetto alla blindatura affettiva di un familismo patriarcale soffocante e di un sadomasochismo “pietoso” di una distratta e morbosa platea televisiva. Gli riconoscerei il suo sacrosanto "diritto di ascolto" non per continuare a recitare l' assurdo canovaccio di una linea difensiva , inchiodata sulla mancanza di indizi, di prove e sull“assenza di motivo “ per uccidere il figlio. Qualcuno si è chiesto con onestà intellettuale e morale: “quando mai una donna che quel figlio l’ha partorito e poi l’ha ucciso sarebbe in grado di darsene uno? E quando mai noi osservatori esterni, potremmo individuare una logica plausibile in un gesto simile?”
Medea ce ne suggerisce uno di alto valore etico e letterario. Ma Euripide può chiedere aiuto al‘mito’ e salva Medea e i suoi bambini con un carro inviatole dal Dio-Sole liberandoli dalla famiglia , dai vari 'Vespa' e dagli eventuali 'Taormina' e anche dalle indurite carcerate del braccio femminile di Bologna. Purtroppo noi abbiamo consumato tutti nostri miti e la nostra “pietas” religiosa ha ben altri sentieri “eticamente non negoziabili” da percorrere senza farsi distrarre da un caso “umano troppo umano”!

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