sabato 16 gennaio 2010

Elisir d'amore per ......"le visioni di un paese".

VISIONE DI PAESE IN PAESE........
GIOVEDI’ 21 GENNAIO ALLE ORE 19 al TRIP di Napoli,sito in Via Martucci N° 69, La Stagione della Fotografia apre le porte alla Comunità Provvisoria con una mostra di fotografia di Salvatore di Vilio e Federico Iadarola La serata prevede una presentazione dell’ultimo libro di Franco Arminio: “Nevica e ho le prove” Ed. Laterza.” ad opera dell’autore e di Francesco Durante. Sarà presente una delegazione della Comunità Provvisoria.






Dai pensieri di Franco Arminio alle sue fotografie ed a quelle di Federico Iadarola e Salvatore Di Vilio Esperienze visive della Comunità provvisoria A cura di Federica Cerami

Quando le parole riescono ad essere molto evocative avviene una magia; ad occhi aperti ogni parola si trasforma in immagine ed all’improvviso ci ritroviamo tutti dentro ai racconti che stiamo leggendo. Credo che questo evento magico sia accaduto a tutti i lettori degli scritti di Franco Arminio. Non lasciamocele scappare queste occasioni: guardare con gli occhi di un altro che poi diventano i nostri è un esercizio utile ad affinare la nostra sensibilità. Leggere le parole e ascoltare i suoni di chi te le legge e poi lentamente guardare, con i nostri occhi di dentro, gli occhi di un nostro io spesso trascurato, le immagini che piano piano vengono fuori: ecco è questo il percorso da compiere. Mi ritorna in mente una frase di Mimmo Jodice: “Le fotografie più belle spesso le ho fatte solo con gli occhi”. Osserviamo allora il mondo con occhi liberi ed impariamo da quanto abbiamo visto tenendo sempre a mente quanto ci ha colpiti. Sono per la lentezza di uno sguardo che solo con tempi lunghi può lasciare filtrare la bellezza da tutto ciò che ha davanti a se. Per essere noi stessi, senza inutili barriere e preconcetti c’è solo la lentezza, che ci garantisce tutto il tempo necessario per interrogarci e capire cosa stiamo provando rispetto a quanto ci viene mostrato, una lentezza che ci permette di fotografare mentalmente il nostro pensiero e di tradurlo in immagini utili per trasmettere un messaggio. “La comunità provvisoria” è un gruppo assolutamente eterogeneo che nasce da un invito di Franco Arminio a produrre bellezza o a tutelare la bellezza esistente nel territorio Irpino, inteso come opera d’arte. Nella comunità si lavora sui temi della paesologia, una scienza nuove che affonda, in questa nuova esperienza, le sue radici. “La paesologia si occupa di guardare, di aggirarsi senza meta, di indugiare o anche di andare via alla svelta. Si esce, si esce per poche ore e sempre si trova qualcosa, ci si riempie perché il mondo ha senso solo dov’è più vuoto, il mondo è sopportabile solo nelle sue fessure, negli spazi trascurati, nei luoghi dove il rullo del consumare e del produrre ha trovato qualche sasso che non si lascia sbriciolare. La paesologia è una scienza a tempo. Fra un secolo i paesi avranno una piega più chiara, saranno morti o saranno vivi e vegeti e allora non avranno più questo crepuscolo che li rende così particolari. Abbiate cura di credere alla bellezza sprecata del paesaggio, portate il vostro fiato alle sperdute fontanelle del respiro”. Dopo aver sentito tutto quello che c’era da sentire di questa storia, dopo aver immaginato tutto quello che questa storia ha provato a raccontarci passiamo i nostri occhi sulle tre sequenze di immagini presenti in questo lavoro e lasciamoci trasportare dai pensieri; non meravigliatevi se vi potrà capitare di sentivi fuori posto, troppo legati ad una idea di paesaggio metropolitano congestionato ed asfittico che mal si coniuga con i silenzi ed i vuoti presenti in questo racconto visivo. Non c’è nessuna smania in queste immagini di coprire i vuoti o di cancellare i silenzi presenti nei paesaggi: Franco, Federico e Salvatore hanno camminato a lungo in queste terre che ben conoscono e con una evidente consapevolezza della poesia e che li circonda spesso anche con lo strumento dell’ironia hanno contestualmente raccontato a tutti anche la loro bellezza interiore. Siamo tutti figli della stessa terra ma, vivendo distrattamente, spesso lo dimentichiamo. Ricominciamo daccapo.

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