venerdì 8 gennaio 2010

Elisir d'amore per .......il giono della paesologia.


sabato 9 GENNAIO 2010
la COMUNITA’ PROVVISORIA terrà il 1° SEMINARIO di PAESOLOGIA nel Castello d’Aquino a Grottaminarda (avellino), uscita sulla A16 Napoli-Bari.




Il giorno della paesologia

Credo sia la prima volta che in Irpinia si faccia un incontro in cui si discute intorno a un’idea nata e cresciuta qui. Pensare i paesi coi nostri pensieri e non con quelli degli altri, questo è il punto di partenza.
Mentre scrivo questo articolo, sul blog della Comunità Provvisoria ci sono quasi duecento commenti intorno al seminario di domani. Considero che siano pochissimi. Io sono sempre portato a dare attenzione a chi non c’è. Si parla di paesi, ma forse domani non avremo nessuno che viene da Monteverde o da Bagnoli, da Solofra o da Fontanarosa. Noi parliamo di montagne, pensiamo a una regione che vada dal Pollino alla Maiella, ma il guaio è che le montagne non si guardano tra loro. Dai paesi non si guarda agli altri paesi, si guarda lontano o alle pianure. Ed ecco che a un ragazzo di Gesualdo che commenta i post di Grillo non gli sembra il caso di fare lo stesso con un blog fatto in Irpinia, oppure si va a passare il capodanno a Parigi e ci si vergogna di averlo passato a Trevico.
Gli irpini mitizzano solo la politica. Qui un bravo scrittore non diventa mai un personaggio pubblico. E lo stesso accade per un bravo giornalista, un bravo imprenditore, un bravo architetto.
Il convegno di domani è organizzato senza finanziamenti. Questo è un primo punto importante. Secondo punto: non abbiamo invitato persone famose, magari provenienti da fuori. Chi voleva partecipare si è liberamente prenotato sul blog e domani avrà la parola. Noi crediamo in questa terra. Sappiamo anche che un meccanismo così libero lascia spazio a un po’ di confusione e a qualche nota stonata, ma nel complesso ci stiamo accordando, stiamo diventando un coro. Mi pare un miracolo che questo accada in un momento in cui l’occidente viene definito la società degli individui, (io preferisco parlare di autismo corale), ed è ancora più difficile se si considera che l’Irpinia è una terra dove la gente da sempre tende a dividersi più che associarsi.
Confesso una cosa: l’idea del convegno mi è venuta questa estate quando in Abbruzzo, a Celano, sono stato invitato a un convegno internazionale di paesologia. Così recitava la locandina. Mi sono stupito che qualcuno avesse pensato di utilizzare una parola che credevo facesse parte solo del mio laboratorio di scrittura. Alla fine il convegno non è stato così ampio come nei propositi dell’organizzatore. Mi sono ritrovato sul palco insieme a Dacia Maraini e altre due persone. Dei trenta sindaci che avevano aderito ne ho visti solo cinque. In Abruzzo ci riproveranno l’anno prossimo. Intanto noi ci proviamo qui. Ma lo spirito è completamente diverso. A Grotta verrà chi è stato a giugno a Cairano. Verranno dal casertano e dal Sannio, verranno molti amici napoletani e anche dal Cilento. Insomma, avremo molte Campanie domani mattina nel centro dell’Irpinia.
Cosa vogliamo fare? Cosa vogliamo dire? Intanto vogliamo mettere insieme delle persone e non solo per un giorno e poi tutti a casa, il nostro è un tentativo di unire persone che non si sarebbero mai incontrate.
Il seminario di domani è singolare anche perché ci saranno molti interventi scritti, lungamente ponderati e che confluiranno in un almanacco di paesologia, prima sul Web e poi, forse, anche su carta. Non sarà la solita adunata lamentosa in cui girano i soliti concetti bagnati nel vittimismo e nel rancore. Vorrei sentire un’Irpinia addolorata ma serena, consapevole di stare in questa epoca senza avere nessuno davanti e nessuno dietro. Ogni luogo è disteso sul panno del mondo e ogni luogo è chiamato a inventarsi, se non una sua economia, almeno un suo modo peculiare di stare nel mondo globalizzato.
Bisogna smuovere le passioni che ci sono, bisogna mettere al lavoro le intelligenze che ancora non sono fuggite. Non abbiamo traiettorie precise e definite, procediamo senza un disegno strategico, ma con una forte spinta sentimentale, non abbiamo la pretesa di insegnare chissà che e neppure vogliamo piacere a tutti.
Parleremo di paesi e di montagne. Non per promettere leggi di sostegno come fanno quelli dei partiti, leggi che non sono mai state fatte. Non abbiamo invitato sindaci e altri politici, ma se verranno ne avremo piacere e potranno parlare come gli altri, non abbiamo limiti di tempo. Si comincia alle nove e mezza e possiamo finire anche a mezzanotte. Non saranno solo ragionamenti, ci saranno proiezioni video, letture, perfomance teatrali. La paesologia raccoglie il lavoro di fotografi e architetti, di archeologi e musicisti, di poeti e scrittori, registi di cinema e di teatro, fornai, insegnanti, impiegati, contadini. Tutte queste persone non vengono a Grotta per illustrare la loro bravura, ma per sporgersi fuori dalla propria disciplina nel tentativo di trovare un terreno comune. È un grande convegno sull’orlo, sul confine. Noi pensiamo che oggi non esistono periferie e se esistono sono centrali, pensiamo che dalle zone più marginali può venire un nuovo umanesimo. Forse la parola è troppo grossa, allora limitiamoci a dire che può venire un modo meno arrogante di abitare il mondo, può venire un filo di clemenza verso i luoghi e le persone che arrancano, ma anche proposte con un peso politico che speriamo qualcuno, qui o altrove, possa raccogliere.

franco arminio

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