mercoledì 11 febbraio 2009

Elisir d'amore per .......il diritto al silenzio, alla solitudine e alla vita autentica.

.......requiescat in pace, sorridente Eluana !


Oggi sono ossessionato da un pensiero che si piega misericordiosamente sulla vita e la prende per mano; facendosi ponte tra la povertà della vita e la ragione. E’ allla ragione chiedo umilmente di offrire immagini innamoranti (dato che noi conosciamo e pensiamo per immagini), tali da fare innamorare di sé la vita. E’ l’amore che recupera il rapporto tra vita e realtà che deve far innamorare il cuore di chi è in crisi non per sua responsabilità. Si ha bisogno ,però, di una filosofia innamorante che ha bisogno di pietà e misericordia, la pietà come l’arte di saper trattare con l’altro, come sapienza pratica che consente di entrare in contatto con qualsiasi alterità senza ridurla a sè medesimo; e la misericordia come attitudine ad addolcire la ragione, in modo tale che questa sia in grado di offrire alla vita una verità velata ,leggera, non arrogante e autoritaria. La speranza allora diventa così fame ,desiderio e impegno di nascere del tutto, di trascendersi, di superare la crisi divenendo non prigionieri sofferenti e succubi delle volgarità degli altri ma figli dei nostri sogni ,delle nostre fantasie ,delle nostre speranze partendo dalle nostre radici o dalle nostre nascite biologiche e culturali. Noi sappiamo che la nascita fisica è solo un primo momento, e che si nasce incompiuti perché sta a noi compiersi e portare a compimento nel corso della propria vita ciò che in essi è solo abbozzato. Anzi noi sappiamo che questo è il compito precipuamente umano: realizzarsi secondo se stessi e secondo la propria libertà, a partire dai condizionamenti ambientali ,naturali, e storici.
I luoghi che scegliamo poi per la nostra vita mentale e sociale sono i luoghi di rivelazione e compimento del nostro essere che non è mai definito e definitivo.E allora resta sempre impellente e nascosto il desiderio e la voglia di portare alla luce quanto patisce e soffre o perchè rimosso o dimenticato nel buio inascoltato delle viscere o della mente o nelle pieghe più nascoste del cuore. Alla vita infantile abbandonata o dimenticata bisogna offrire immagini del nostro passato mentale e naturale che la facciano innamorare, e così è l’immagine di un possibile ponte della speranza e del sogno che si fa speranza , sostegno e mediazione proprio durante durante una soffrenza,un dolore un naufragio.E in questi giorni stiamo vivendo un volgare ,gridato, vergognoso 'naufragio'anche del morire come possibilità sacrale del vivere .E' i questi momenti di 'naufragio' sociale che io rivendico, a me stesso primaditutto, il mio diritto alla vita autentica, al silenzio nelle rispetto delle parole e alla solitudine come recupero del proprio tempo e della propria interiorità."...Se la nostra vita si svolge nel tempo,ritirandoci in questa interiorità- scriveva Marìa Zambrano- in questo nostro luogo di momentanea astensione, abbandoniamo la maniera temporale di prendere parte agli avvenimenti, di avere achefare con le cose per poterle maneggiare o di prendere parte agli avvenimenti comunio altrui.Entrare nella nostra solitudine implica poter disporre del tempo, muoversi dentro, e , se lo si fa bene, saperlo usare".

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