venerdì 20 febbraio 2009

Eisir d'amore per la ..........pasione interista.

L'ultimo mitico incontro di Stradella (PV) dell'interclub "R.Vecchioni"

" ogni tifoso ama colorire la sua comunissima passione di sfumature eccezionali….Forse per giustificare la matrice infantile del tifo …Quasi che l'indice di sofferenza, come nell'eros romantico ,fosse anche indice di intensità sublime, dell'amour fou, di invidiabile dissipazione. Però bisogna ammettere che noi interisti, nel campo delle coloriture romanzesche, possiamo davvero godere di una condizione privilegiata. La squadra, come certe bellissime dame tisiche o amanti perdute del melodramma, ha una indubbia vocazione alla disgrazia..”
Michele Serra.






Essere interista è una categoria dello Spirito assoluto!


Si diventa interista col tempo nello lo scontro tra il fordismo padano e prosastico del 'ragioniere' Rocco e l’edonismo poetico e creativo del 'mago' Herrera . Diventa un fatto antropologico,culturale ….filosofico.”Tertium non datur” ….mi dispiace per i “parvenus” juventini che di fatto sono storicamente e culturalmente fuori dalle dicotomie essenziali della nostre radici culturali e filosofiche dell’Occidente calcistico classico e moderno . Essi sono tuttalpiù espressione ‘sociologica’ e come tale vanno agonisticamente affrontate nella sfera del ‘tattico’ mai dello strategico .Essi sono l'esistente noi l'essenza del calcio. Potranno nell’eventualità essere reali ‘avversari’ del momento mai assurgere alla categoria cognitiva del “nemico” sistemico. Essere interista è sopratutto avere e vivere un particolare stile o visione della vita o del mondo. I tedeschi che sono pensatori seri e profondi la chiamano in modo discriminatorio ed originale “ weltanschaung”. E’ nel dna biologico naturale per i darwiniani e un ‘dono’ e una ‘fede’ per i credenti o diversamete credenti , pur restando aperti agli influssi occasionali della cultura , della sociologia o della storia . Per un interista non c’è Presidente tecnocrate,mediatico o economicamente potente che possa manipolare questa sua passione o sentimento in gregarismo o sottomissione stumentale politica. L’interista è un ‘animale pensante’ che si nutre soprattutto dell’ arte dell’imprevisto,dell'estro, del caso ,del sogno ma sopratutto dela libertà.Vola alto e ama e si nutre di iperbole e paradossi.
L’interclub “Roberto Vecchioni” di Stradella é il microcosmo paradigmatico del polimorfo e polifonico popolo interista nella sua composizione singolare-plurale e nel suo aspetto liquido , poetico,musicale e creativo nella figura del Presidente Roberto Vecchioni e in quello solido , pragmatico,operativo, del suo conduttore e factotum Mario Filipponi. Un organismo vitale con una comune identità , racconti e una sua lingua che è soprattutto un modo di stare insieme , per sognare e soffrire insieme , per capire e farsi capire. Non è disamore o leggerezza di innamoramento il fatto che nella sua storia Suarez,Jair, Corso, Baggio, Ronaldo , Adriano o Ibra possono aiutarci volta per volta a sublimare le nostre tristezze di fondo o a enfatizzare le nostre gioie profonde come fatto momentaneo e mai eslusivo o definitivo .Sono utili al nostro sogno mai indispensabili alla sua realizzazione. E quando cambiano professionalmente casacca ci possono fare tristezza o pena mai ….rabbia o rancore! Noi siamo quelli delle passioni calde non di quelle finte o fredde nelle vittorie come nelle sconfitte . Perché noi sappiamo che le nostre tristezze,sofferenze,rabbie sono solo nostre e sappiamo anche che le gioie ritornano perchè noi abbiamo una visione ciclica, profonda, non superficiale della vita e del calcio e assieme siamo anche dei realistici sognatori. Sì siamo gli ossimori naturali del calcio e abbiamo bisogno di chi di volta in volta continui ad alimentarci o rappresentare al meglio le nostre contraddizioni, le nostre passioni , il nostro sogno: il sogno interista. Per noi il calcio non è solo una forma espressionistica ed epica che racconta con la sue storie passate,presenti e future la nostra identità ma è soprattutto una forma impressionistica e lirica dove l’ “io”, fatto di estro, imprevedibilità, scoramenti e creatività, la fa da padrone assoluto .Siamo una monarchia non costituzionale a propensione individuale. Siamo aristocratici,intellettuali e popolari assieme nella naturalezza e nella semplicità, nella leggerezza e nella profondità ma soprattutto nella autenticità e esclusività. Non abbiamo mai pensato al calcio e ai nostri club come un accolita o congrega di fedeli ad una religione sostitutiva di tipo laico, con una sua ritualità, i suoi simboli, le sue cattedrali, le sue sette. E nello stesso tempo il nostro rapporto è di tipo ‘sacrale’ anche se consapevoli che i nostri ‘riti’ sono sempre di evasione, gioia, teatro, sogno anche nei momenti tristi delle sconfitte momentanee e innaturali che risaldano viepiù il nostro amore, il nostro attaccamento, la nostra identità.
Noi siamo consapevolmente convinti di partecipare a una rappresentazione moderna della vita passionale , personale e collettiva che si sviluppa in un tempo ed uno spazio non galileiano ma eisnteniano dove undici calciatori titolari interpretano al meglio delle loro possibilità e capacità, una piece corale con le sue trame e i suoi linguaggi. Cifratori e dicitori di questi linguaggi sono i giocatori ,noi, sugli spalti , a casa, al bar siamo i sentimentali ,eslusivi e legittimati decifratori .In comune possediamo un codice, fatto di un' unica identità e amore : per gli uni professionale e momentaneo per tutti noi gli altri naturale e eterno.

Mauro Orlando



L'interista è .....un irredimibile " bandolero stanco".

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