mercoledì 16 giugno 2010

Elisir d'amore per ......la lentezza e lo sguardo a Cairano




La lentezza e lo sguardo.
Ad uno sguardo lento non sembra “succedere” mai nulla. E invece succede di tutto e di più Ci sono due modi di vivere il tempo; due modi che difficilmente si parlano. Un tempo lento in cui però ogni istante acquista il suo significato ed il suo senso, un tempo veloce in cui si è sempre in attesa di quello che avverrà dopo e tutto sfugge ai nostri occhi.. Cairano è il luogo ideale per questi esercizi di “lentezza”.Gli abitanti e anche la natura e le cose sembrano vivere senza mai porsi quella domanda che assilla sempre noi: cosa accadrà dopo? Il nostro sguardo scivola sempre via verso un futuro di cui vorremmo controllare gli eventi, anche la morte. E intanto ci perdiamo il bello che scorre sotto i nostri occhi, siamo disattenti a ciò che ci capita intorno, alle persone, alle relazioni.Predisponendoci a guardare “ il “paesaggio”, di collina in collina e di casa in casa, impariamo ad assaporarne la sua luce, a riempirsi gli occhi, a guardarne lo splendore, le sue linee, le sue curve, i suoi colori. Ci accostiamo ad ogni persona per farci intendere quanto è inadeguata la parola per una comunicazione autentica e che sappia guardare davvero nel profondo. E quanto è inadeguato il nostro occhio che passa sempre oltre e non si sofferma ad ascoltare, a comprendere, ad esprimere vicinanza.
Forse a molti questa esperienza apparirà , noiosa, senza speranza ; oppure qualcuno vedrà qualcosa di diverso: ma bisogna avere pazienza, bisogna essere disposti ad uscire dai propri schemi mentali e visivi, condizionati come siamo da una vita che conosce, anche nello sguardo, solo la velocità, che non sa assaporare la lentezza che indugia e che, lei sola, può permetterci di catturare l’atmosfera di un luogo e di un’ambiente lontani dal proprio. Quella lentezza che ci permetterebbe di intessere relazioni più significative e vere.
Come ha detto Kiarostami, grande regista dello “sguardo profondo” "le mie immagini non sono il risultato del mio amore per la fotografia, ma del mio amore per la natura. È qualcosa di simile a un regalo o a un ricordo". "Per me è come un calmante, ha su di me un effetto terapeutico magico" E lo stesso sguardo che la poesia usa normalme“La Poesia è per me come una finestra e ogni volta che io le vado incontro, si apre da sé. Io mi siedo là: guardo, canto, grido, piango. Mi confondo con l’immagine degli alberi e sono consapevole che qualcuno mi ascolta, qualcuno che esisterà tra duecento anni o che esisteva già trecento anni fa. Non vi è differenza. È un modo di comunicare con l’esistenza, con la totalità dell’essere. È un privilegio di cui il poeta, componendo versi, può beneficiare: anch’io esisto o esistevo. Altrimenti come si potrebbe affermarlo? Nella Poesia, io non cerco nulla. È così che posso, quasi per caso, trovarvi quanto vi è di nuovo in me.”
(Conversazione con Forug, Tehran: Morvarid, 1977).

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