.........una bella serata a Cairano!
Forse il primo canto dell’uomo fu la parola o forse la prima parola dell’uomo fu il canto:
comunque, poiché “est autem in dicendo etiam cantus quidam obscurior” ,in questo
misterioso rapporto espressivo tra vocale e suono vi è tutta la magia della natura e della
personalità umana.”
‘ E l’indoeuropeo stesso a farsi garante di questa analogia semantica, laddove la radice
“kal”(giungere con moto curvilineo), sfocia nel sanscrito kal,kalate (contare e suonare), da cui
il latino calo (chiamare), calculo(calcolare), e la ben chiara apofonia cantus\contus dove contus
sta sì per “conto numerico”,ma anche per “ racconto” come somma di parole.
La manifestazione del suono nell’universo corrisponde con l’apparire della realtà: ovunque e
quasi senza eccezioni Primitivi e Civiltà antichissime riconnettono la creazione alla voce di dio,
alla sua parola ed è un rumore da Lui prodotto direttamente o indirettamente a separare il nulla
dall’esistente: Dio non crea toccando, guardando o ascoltando,crea col suono……
“Situata tra le tenebre e la luce del giorno, prima la musica si trova tra l’oscurità della vita
inconscia e la chiarezza delle rappresentazioni intellettuali e appartiene in gran parte al mondo
del sogno.All’inizio della creazione,la musica percorre il linguaggio intellegibile come l’aurora
precede il giorno.Ma via via che i suoni si precisano il linguaggio si divide: una parte diventa
musica ,canto, ricerca di Dio, un’altra ,più chiara e distinta si fa lingua,parola, e la terza
parte,al tramonto, quando gli effetti della luce vivificante sono ormai scarsi ,si trasforma in
materia.”
Questo propagarsi di luce sonora è più forte,più vero quando è vicino alla fonte, perde
gradualmente il suo potere allontanandosene. Le rocce, le paludi , la notte hanno meno
musicalità dei fiumi, del sole, il sole meno dell’uomo. L’uomo anzi era al principio nella musica
stessa di Dio e in tale luce volava: poi lentamente perse quella luce e mantenne solo la voce. In
lui resta intatta ,frustrante, ossessiva questa nostalgia, questo nostos per una condizione sfiorata
e mai posseduta. E canta.Canta per riallacciarsi all’assoluto ,per ritrovare il centro della sua
esistenza.Ogni uomo si porta addosso dalla nascita una sua melodia, una sua canzone ,parte
dell’Assoluto....
Forse il primo canto dell’uomo fu la parola o forse la prima parola dell’uomo fu il canto:
comunque, poiché “est autem in dicendo etiam cantus quidam obscurior” ,in questo
misterioso rapporto espressivo tra vocale e suono vi è tutta la magia della natura e della
personalità umana.”
‘ E l’indoeuropeo stesso a farsi garante di questa analogia semantica, laddove la radice
“kal”(giungere con moto curvilineo), sfocia nel sanscrito kal,kalate (contare e suonare), da cui
il latino calo (chiamare), calculo(calcolare), e la ben chiara apofonia cantus\contus dove contus
sta sì per “conto numerico”,ma anche per “ racconto” come somma di parole.
La manifestazione del suono nell’universo corrisponde con l’apparire della realtà: ovunque e
quasi senza eccezioni Primitivi e Civiltà antichissime riconnettono la creazione alla voce di dio,
alla sua parola ed è un rumore da Lui prodotto direttamente o indirettamente a separare il nulla
dall’esistente: Dio non crea toccando, guardando o ascoltando,crea col suono……
“Situata tra le tenebre e la luce del giorno, prima la musica si trova tra l’oscurità della vita
inconscia e la chiarezza delle rappresentazioni intellettuali e appartiene in gran parte al mondo
del sogno.All’inizio della creazione,la musica percorre il linguaggio intellegibile come l’aurora
precede il giorno.Ma via via che i suoni si precisano il linguaggio si divide: una parte diventa
musica ,canto, ricerca di Dio, un’altra ,più chiara e distinta si fa lingua,parola, e la terza
parte,al tramonto, quando gli effetti della luce vivificante sono ormai scarsi ,si trasforma in
materia.”
Questo propagarsi di luce sonora è più forte,più vero quando è vicino alla fonte, perde
gradualmente il suo potere allontanandosene. Le rocce, le paludi , la notte hanno meno
musicalità dei fiumi, del sole, il sole meno dell’uomo. L’uomo anzi era al principio nella musica
stessa di Dio e in tale luce volava: poi lentamente perse quella luce e mantenne solo la voce. In
lui resta intatta ,frustrante, ossessiva questa nostalgia, questo nostos per una condizione sfiorata
e mai posseduta. E canta.Canta per riallacciarsi all’assoluto ,per ritrovare il centro della sua
esistenza.Ogni uomo si porta addosso dalla nascita una sua melodia, una sua canzone ,parte
dell’Assoluto....
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