mercoledì 30 giugno 2010

Elisir d'amore per ........Cairano 7x 2010 e Vecchioni

.........una bella serata a Cairano!



Forse il primo canto dell’uomo fu la parola o forse la prima parola dell’uomo fu il canto:
comunque, poiché “est autem in dicendo etiam cantus quidam obscurior” ,in questo
misterioso rapporto espressivo tra vocale e suono vi è tutta la magia della natura e della
personalità umana.”
‘ E l’indoeuropeo stesso a farsi garante di questa analogia semantica, laddove la radice
“kal”(giungere con moto curvilineo), sfocia nel sanscrito kal,kalate (contare e suonare), da cui
il latino calo (chiamare), calculo(calcolare), e la ben chiara apofonia cantus\contus dove contus
sta sì per “conto numerico”,ma anche per “ racconto” come somma di parole.
La manifestazione del suono nell’universo corrisponde con l’apparire della realtà: ovunque e
quasi senza eccezioni Primitivi e Civiltà antichissime riconnettono la creazione alla voce di dio,
alla sua parola ed è un rumore da Lui prodotto direttamente o indirettamente a separare il nulla
dall’esistente: Dio non crea toccando, guardando o ascoltando,crea col suono……
“Situata tra le tenebre e la luce del giorno, prima la musica si trova tra l’oscurità della vita
inconscia e la chiarezza delle rappresentazioni intellettuali e appartiene in gran parte al mondo
del sogno.All’inizio della creazione,la musica percorre il linguaggio intellegibile come l’aurora
precede il giorno.Ma via via che i suoni si precisano il linguaggio si divide: una parte diventa
musica ,canto, ricerca di Dio, un’altra ,più chiara e distinta si fa lingua,parola, e la terza
parte,al tramonto, quando gli effetti della luce vivificante sono ormai scarsi ,si trasforma in
materia.”
Questo propagarsi di luce sonora è più forte,più vero quando è vicino alla fonte, perde
gradualmente il suo potere allontanandosene. Le rocce, le paludi , la notte hanno meno
musicalità dei fiumi, del sole, il sole meno dell’uomo. L’uomo anzi era al principio nella musica
stessa di Dio e in tale luce volava: poi lentamente perse quella luce e mantenne solo la voce. In
lui resta intatta ,frustrante, ossessiva questa nostalgia, questo nostos per una condizione sfiorata
e mai posseduta. E canta.Canta per riallacciarsi all’assoluto ,per ritrovare il centro della sua
esistenza.Ogni uomo si porta addosso dalla nascita una sua melodia, una sua canzone ,parte
dell’Assoluto....

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