giovedì 18 febbraio 2010

Elisir d'amore per .........i 50 anni di un amico.


....oggi Franco Arminio compie cinquant'anni........
A U G U R I !



Una lettera immaginaria sulla "paesologia" come viatico per una lunga amicizia e un lavoro proficuo per la nostra terra d'Irpinia.......

“La paesologia è l’illusione di trovare anime mute, anime sconvolte dal clamore di un attimo qualsiasi e non dagli spettacolini del tubo catodico o del pianeta google.”Quanto lavoro ancora bisogna fare soprattutto sulle nostre coscienze vittime e carnefici di una libertà in “una società di oppressi.La libertà positiva è la libertà come autonomia …..pimaditutto libertà “di”e “per”più difficile della praticata libertà “da” .Anche da tutte le nuove situazioni di sudditanza che tu così efficacemente descrivi.Io avvertivo da tempo le tue stesse preoccupate sensazioni riguardo il degrado o l’uso degradato che si fa delle parole.Anch’io ho dichiarato guerra ma ho scelto per me il classico campo di battaglia che meglio conosco:la mia turbata e esacerbata anima. Tu hai scelto un campo più vasto,ricco ma anche più insidioso.Io mentalmente avevo limitato il senso ermeneuitico della tua analisi a ciò che dinamicamente si sviluppa nel nostro Blog e nella intera Comunità provvisoria ( o almeno in quello che ognuno di noi pensa di essa).Ho notato spesso ….”guerre di parole”, la “pratica della maldicenza” ad uso interno ed autoreferenziale e del “vittimismo e lamenti “su bersagli prossimi senza fini degni. Ecco allora …. e ne sono convinto che bisogna darsi obiettivi limitati ma definiti …..per ora “La paesologia è in guerra con le parole, è in guerra con le astrazioni.” Concentriamoci sulla tua diagnosi…”Io so che la parola ormai è come infiammata, non è più il distillato verbale della carne, non è la meraviglia con cui possiamo dire il mondo, ma un’affezione, una sorta di tubercolosi elettronica che ci fa tossire nell’aria verbi inutili e aggettivi che non spiegano niente. È una malattia che cresce consumandosi, più parliamo e più la nostra mente diventa un luogo intossicato”.Ma noi che sentiamo l’urgenza liquida del pensiero e il richiamo solido di una realtà ‘effettuale’ abbiamo il dovere di soppesare e chiarire bene prima di tutto a noi stesso la necessità di una ‘terapia’ e il suo senso nel nostro territorio e con i nostri uomini con le loro storie non sempre libere ed encomiabili. Perchè a noi non basta “il mondo”(“astrazione”) perché abbiamo scelto per amore “una terra” come esercizio di pensiero,di azione e di vita che per ora chiamiamo “Comunità provvisoria” con diritto di interpretazione e di definizione.Paesi insomma “che sono rattrappiti o quelli che crescendosi si sono perduti” e “ forme di esistenza in cui qualcuno sappia dare un filo di beatitudine al proprio fallimento”.Con un avvertimento che ci viene dalla favola filosofica della Volpe e del Riccio….La volpe rappresenta quelli che perseguono molti fini spesso disgiunti e contraddittori…è comunque pluralista e libera.Il Riccio riferisce tutto ad una visione unica e centrale ,onnicomprensiva col rischio del fondamentalismo,del fanatismo e della chiusura. La volpe sa molte cose ma il Riccio ne sa una grande!Monismo o pluralismo …..questo è il problema. Il monismo crea problemi che il pluralismo comunque cerca di evitare……E’ meglio seguire le volpi …sapendo che mentono bene e diffidare sospettare del Riccio anche quando si veste di democrazia e di tolleranza.Ma in fin dei conti il problema non ci riguarda ……..noi siamo “Lupi” e abbiamo ben altre e profonde qualità consapevoli di tutti i difetti che tu ben descrivi ed affronti nei tuoi scritti anche come avvertimento per la nostra vita personale e pubblica.I tuoi scritti non sono solo un dovere verso te stesso e “puro dstillato di carne” ma un obbligo affettuoso , amichevole e politico verso di noi..E non possiamo che ringraziartene comunque……
mauro orlando

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