venerdì 22 agosto 2008

La voce del "silenzio"........in una magica Irpinia.

Ma allora perché si vende casa e si va via ?


Il tema che sottostà alla domanda che viene posta è molto ampia e complessa sia sociologicamente che politicamente.La politica nel suo senso piu ampio,profondo e più vero. Cioè la capacità tutta umana di costruzione ,di uso e di cura delle cose che ritroviamo in natura e di quelle che ‘costruiamo’ con la nostra intelleigenza e manualità. La politica ( non solo quella moderna) non è solo la capacità analitica e razionale di evidenziare o smascherare le contraddizioni e le ambiguità delle azioni umane in rapporto alle loro strutturali valenze economiche o di potere .Il saggio 'classico'di Engels ‘Sulle abitazioni” ha determinato la costruzione delle categorie mentali e politiche di una intera generazione che ci hanno portato ad una lettura ideologica della vita umana e sociale che spesso ci ha costretti ad una marginalità se pur nobile ed eticamente coerente.Avevamo coltivato l'assillo del cambiamento oltre quello della comprensione. Mi è parso cogliere che lo spirito di questo incontro è radicalmente e profondamente diverso . Uno 'spirito' sicuramente da parrofondire ,da ricostruire ma necessariamente l’unica strada da imboccare e percorrere. Partire dalla nostra personale percezione e cura delle case che ci sono date in uso nella terra delle nostre radici ,dei nostri affetti , delle nostre storie familiari.Non è il semplice ritorno al privato che è anche politico.Le nostre case che sembrerebbero vuote ed abbadonate in nostra temporale assenza, sono piene delle storie personali ed individuali che si sono costruite e vissute tra le loro mura. Non voglio richiamare la 'religio' dei Lari di classica memoria.Ognuno,oggi, ha i suoi 'Lari' nella mente ,nel cuore .Ma sono le nostre case segni concreti che ci sono stati lasciati in eredità che vanno recuperati o scoperti e fatti rivivere attraverso la nostra vita solo d’estate nelle 'vacanze della memoria' o per tutto l’anno se siamo ancora nel ciclo produttivo del vivere sociale.E' una occasione conoscitiva e filosofica per affinare le nostre sensibilità e intelligenze a saper leggere queste realtà naturali ed umane con un occhio meno superficiale e materiale.Lo spirito che sento ed ho sentito circolare tra le persone della Comunità provvisoria e non solo che hanno riempito di voce, sentimento e idee "il silenzio" dell Abazia del Goleto, mi sembra suggerire questo nuovo modo di guardare,pensare e vivere i luoghi e le architetture naturali , artificiali ed umani della nostra Irpinia e dell'Italia dei piccoli microcosmi abitatativi .E questo non solo mi incuriosice ma mi mette in una prospettiva di ascolto, di attesa,di fiducia o speranza e di impegno per capire e ,sopratutto , per cambiare o rinnovare le mie vecchie 'masserizie ideologiche' e acquisire e attivare le nuove categorie mentali e…politiche.

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