giovedì 7 agosto 2008

Ipocrisia di Stato



Meriterebbe senz'altro entrare nei libri di storia patria, la vicenda ridicola e goffa del Tiepolo censurato in quel Palazzo Ghigi attualmente occupato dal più grande spacciatore di tette del mondo dopo Hugh Hefner. Meriterebbe di entrarci come sunto perfetto di questo nostro scorcio d'epoca, nel quale l'Italia si è italianizzata all'ennesima potenza: moralista e reazionaria in politica, puttaniera e consumista nel privato. L'evo pubblicitario e mediatico è riuscito a conformare il paese assai meglio, e più in profondità, di quanto aveva provato a fare il fascismo a suon di maganellate e olio di ricino. Il berlusconismo è riuscito a chiudere mirabilmente il cerchio: ecco il Paese cattolico e moralista che non riconosce le convivenze civili e copre i seni "istituzionali" e al tempo stesso mostra il culo in televisione e annaffia di sesso e carnazza (cito un classico: gli Skiantos) ogni spot, ogni fotogramma della sua affannata baldoria. Il paese in cui anche i bigami si prostano al Papa, e le favorite dei potenti che la danno per una fiction nelle interviste elogiano la famiglia tradizionale. Non è neanche ipocrisia. E' una lampante schizofrenia,un mix senza vergogna tra moralismo e immoralità, ciascuno dei due campi complementari all'altro, il moralismo per occultare le tette di Stato, l'immoralità per trafugare le tette e portarsele a casa per sempre.

M. Serra

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