Si dice che l’ora piú frequente in cui si muore è prima dell’alba. Io per anni mi sono svegliato alle quattro del mattino e ho aspettato in piedi che passasse l’ora brutta. Mi mettevo a leggere o guardavo la televisione. Qualche volta uscivo in strada. Sono morto alle sette di sera e non è stata una cosa cosí speciale.... Quel vago fastidio che era sempre stato il mondo, quel vago fastidio di essere al mondo è finito all’improvviso.
"Pensare e scrivere la morte" non può essere lasciata ai mistici , ai filosofi , ai religiosi...Forse i poeti sono quelli meglio attrezzati a raccontarci della morte o meglio del 'morire' perchè visionari e folli a racconatarci questo attimo assillante e sospeso nel vuoto di un attimo impensabile ma concreto.Noi mortali non conosciamo questa esperienza se non nella dolorante mancanza di tutti quelli che nel tempo ci hanno lasciato senza un racconto adeguato ed istruttivo per noi.
"Pensare e scrivere la morte" non può essere lasciata ai mistici , ai filosofi , ai religiosi...Forse i poeti sono quelli meglio attrezzati a raccontarci della morte o meglio del 'morire' perchè visionari e folli a racconatarci questo attimo assillante e sospeso nel vuoto di un attimo impensabile ma concreto.Noi mortali non conosciamo questa esperienza se non nella dolorante mancanza di tutti quelli che nel tempo ci hanno lasciato senza un racconto adeguato ed istruttivo per noi.
Nessun commento:
Posta un commento