venerdì 1 ottobre 2010

Elisir d'amore per ......"formicoso"!

ma ......nessuno tocchi il "formicoso"!!!!!!!!!




C’è bisogno di politica, mai come adesso. La vita sociale deperisce a vista d’occhio. Senza politica perfino gli amori deperiscono. E non c’è carriera che possa servire a qualcosa. Il mondo ha bisogno di grande politica. Penso, per cominciare, a quella che si fa parlando con altre persone. Ci si sente meno soli se si riflette insieme sul fatto che oggi il mondo sembra morto e tutti noi sembriamo morti. Non serve neppure la letteratura senza la politica, non servono i viaggi, non serve il silenzio, il ritirarsi. È arrivata un’epoca irrimediabilmente politica e chi non lo capisce è destinato a una pena muta.
Ovviamente dopo aver definito la necessità della politica rimane il problema di come farla. La prima cosa da escludere sono i partiti che ci sono e anche l’idea di crearne altri. Quello che si può fare è mettersi insieme per costruire conflitti. Ci si lamenta di tutto, ma non si costruiscono conflitti. Un’eccezione a ciò che sto dicendo può essere la battaglia di Bisaccia per una sanità migliore. Un esempio di conflitto da istituire potrebbe essere nell’ambito dello sfruttamento dell’energia eolica. I cittadini potrebbero organizzarsi e chiedere che vengano rinegoziati i contratti tra i comuni e le imprese. Tanti conflitti potrebbero essere istituiti dai cittadini verso i loro sindaci e questi a loro volta potrebbero dar vita a un conflitto con la Regione o con lo Stato per reclamare politiche più attente alle esigenze dei Comuni.
Se vogliamo ritrovare un filo di umanità che l’invadenza della tecnica ha spezzato dobbiamo costruire un nuovo spirito comunitario basato sulla grande politica. Essa è l’unico antidoto all’autismo corale come fase terminale del nichilismo tecnologico in cui siamo sempre più immersi. La politica a cui penso inizia con ogni minima forma di attenzione a ciò che c’è fuori. Politica è tutto ciò che non è psicologia. È la grande poesia, è come organizzare il lavoro in un ufficio ma è anche il pensare a Dio. Abbiamo bisogno di spezzare questa tensione spasmodica verso noi stessi. È abbastanza chiaro che la felicità è nell’incontro e nello scontro con ciò che sta fuori di noi. La psicologia è un grande imbroglio. Bisogna partire dal corpo, dal nostro corpo e occuparcene allo stesso modo di come ci si occupa del corpo più grande che chiamiamo mondo. Fare conflitti, fare compagnia, questi sono i nostri compiti. Legare ogni attimo a un altro, tenere insieme grandi sogni e grandi paure, tutto questo adesso è il vero lavoro politico che dobbiamo e possiamo fare. Non bisogna farsi scoraggiare dall’aria che tira. È penosissima, ma in un mondo di finzioni anche questa pena in fondo è apparenza. L’unico modo di non portare il broncio alla propria epoca è attraversarla con un furore politico. Ammirare e obiettare con coraggio, senza riserve, senza piste supplementari. Non c’è un modello di vita e di società da raggiungere. Il mondo in fondo è già bene accordato, siamo noi che stoniamo quando pretendiamo di guidarlo chissà dove.
franco arminio

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