martedì 14 novembre 2017
IL TEMPO....
"Essere eterni è saper vivere l'istante del presente senza nostalgia del passato e speranza del futuro"
Essere eterni è saper vivere l'istante del
Cristina Regoli ......Vivere l ' istante del presente senza nostalgia del passato e speranza del futuro non ti renderà eterno ma simile ad un robot freddamente programmato e ciò non mi allieta. Preferisco affrontare la vita da umana consapevole che il cammino potrà riservarmi di tutto:dolori delusioni fallimenti ma anche gioie successi amore.. Questo è vivere il pensiero sopra espresso per me indica il contrario .
Mauro Orlando .....la tua lettura ....o la mia scrittura aforistica può essere equivocata ....il presente non è ontologico o metafisico ...vive in prospettiva dinamica e non statica o bloccata nè per una visione lineare nè circolare del tempo....ogni fotogramma del film della nostra vita non è gia girato ...ed è parte di un tutto che non ha bisigno di un.regista nè di attori non protagonisti....e la fine non è viziata dalla paura e neanche confirtata dalla scritta ....vissero felici e contenti...l' attimo può essere bello o brutto...felice e doloroso ...va vissuto più che pensato nella consolazione tra un passato e un futuro scritto da altro o altri...non è "il cammino...che riserva" siamo noi che viviamo il cammino volta per volta ...attimo per attimo
Cristina Regoli ......Mauro Orlando non riesco a capire la tua risposta ! Il tuo pensiero ora sembra dissentire da quanto da te prima pubblicato ! La tua lunga complessa dissertazione non si concilia con quanto pensavo credessi alla fine la pensi come me ! Ti sei intricato o forse il tuo compiacimento nello scrivere ha preso il sopravvento !!
Mauro Orlando....... Eliminiamo gli equivoci espressivi e cerchiamo di chiarire l'aforisma in una lettura non psicologica ma logico-filosofico della categoria di "tempo"....passato-presente-futuro è parte integrante della concezione abituale del tempo finalistico della freccia che disegna la storia di una vita da A a B.....un evento-attimo " è comprensibile solo in un passato causa e un futuro effetto....i fatti accadono quando accadono non in modo indeterminato o auspicato....se usiamo solo il pensiero analitico ...in una scatola il gatto può essere vivo o morto....se usiamo quello sintetico del reale dell'apertura della scatola non c' doppiezza immaginata o dualità possibile......una via di uscita di fede è una ipostasi in un futuro di un altro mondo eterno e infinito.....altra concezione più sofisticata "l'eterno ritorno dell'eguale" nella interpretazione scolastica di Nietzsche....il tempo è circolare è all'oltreuomo si oppone sempre il ghigno della scimmia che è in noi......io aforisticamente ...con tutti i limiti logico-linguistici dell'aforisma.....parlavo del tempo "presente...sempre attuale" e quindi eterno...i momenti della vita sono sempre contemporanei nella loro vivibilità e legarli anche solo nostalgicamente a un passato e speranzosamente a un futuro può avvenire solo nel pensiero che ha bisogno di essere formalizzato a discapito della sua "eventualità".....noi viviamo nella grammatica e nella logica della dicotomia divenire-essere...il nostro sapere deve sforzarsi di conformarsi a un dover essere energetico come prospettiva possibile in una logica della relazione indeterminata...vivere è esaudire questo impetuoso ed irrefrenabile bisogno di "eternità" di tipo spinoziano (deus sive natura)....un finalismo potente di dimensione pragmatica dove noin c'è un "dio" può salvarci o una "dike" che può condizionarci....nè Abramo nè Edipo....l'uomo che sa vivere i suoi attimi sempre diversi ed eguali fuori della pretesa di un "io" cartesiano con pretesa di soggetto pensante ed autore della propria vita ( normalmente chiamata consapevolezza)....un uomo che impara a "tramontare" per tutto donare e tenere nulla per sè...pensare a un nuovo giorno dopo il tramonto della "soggettività" padronale della modernità e la "debolezza" strutturale della postmodernità.....sapersi liberare dalle caverne egoiche del platonismo d'accatto per un uomo che vive con difficoltà e piacere il suo cammino verso le stelle e il sole senz apreoccuparsi di dover ritornare nella caverna a spiegare agli prigioni che cos'è la libertà e la felicità della vivere sulla terra queta terra .....non nel ricordo della nostra liberazione ...Zaratustra ha nausea di un ritorno possibile alla scimmia ghignante....il tempo quindi non è una "durata" il nostro motto è non "hic et nunc" meccanico o ciclico ma il "nondum-non ancora"....Il "presente" è il passato e anche il futuro....la dimensione dell' "è" non è lo svolgimento di un divenire di Eraclito e non è il principio di tutte le cose di Parmenide....noi viviamo presentimenti...presagi...ponti...cenni di "un così voglio che sia" come nel gioco delle carte la possibilità di una combinazione vincente che va vissuta con gioa in quel momento e non per la speranza che si ripeta con le carte che ritornino eguali.....possibilmente ma non necessariamente...l'eterno allora è l'stante del presente ...in un limite che è la nostra grandezza e piacere della'imprevedibilità e della provvisorietà.....la vita è non sete di possesso e di dominio ma recuperare la energia-forza che dismetta la voglia di possesso e di durata del tempo...
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