venerdì 10 novembre 2017


..l'angelo della storia di Klee e .....l'angelo della poesia di Durer 


I greci chiamavano “poiesis” il carattere essenziale della statura della presenza…..per i latini era legata alll’agere..operari…la modernità fa venir meno ogni possibilità di distinguere tra le due funzioni…l’uomo è produttore di un effetto reale ..la discriminante è la volontà, la libertà,la creatività del suo autore…il poeta….in questo passaggio delicato l’attenzione dall’opera si sposta sull’autore dell’opera…la semplice operazione di portare dal “non-essere all’essere” aprendo lo sazio della “aletheia-verità” per qualcosa o qualcuno in una opera e edificando un mondo per l’abitazione dell’uomo sulla terra…il passaggio cambia ulteriormente quando l’operari produce “lavoro” della vita activa creando opere come manufatti abituali e diventa valore economico centrale e denomitaro comeune di ogni attività umana…un agire porduttivo diventa bene o male lo statuto dell’uomo sulla terra….il vivente ‘animal’ che lavora (laborans) e nel lavore produce sé stesso e si assicura il dominio della terra….la poiesis ..l’agere…l’operari vengono stravolti e si stravolge la vita dell’uomo che pratica “poiesis” e le sue parole perdono della consistenza lieve e profonda per diventare solide e superficiali…..la filosofia del “fare” ha costretto in un angolo la poesia del fare facendone una filosofia della non-vita….facendola diventare “estetica”…l’arte diventa un modo della prassi e la prassi come esclusiva volontà e forza creatrice del singolo …isolato autore…il poeta…strana creatura disorganica a tutto nella sua “turris eburnea”….. o spingendolo in un egotico estimatore della “volontà di potenza” niciana….una metafisica della volontà in cui la vita si imprigiona in un fare-poiesis come pura energia e incontaminato impulso creatore….è da questo “principio-fondamento” deviato e deviante che occorre riportare le parole della poesia al suo giusto fare e stabilire per tutti che l’arte non è solo espressione della volontà e capacità creatrice del “poeta” e che la “poiesis” non si esaurisce nella espressione di una volontà o di una capacità versificatoria…..ma risiede nella disponibilità a recuperare lo sguardo e l’ascolto del mondo per operare “aletheia-verità” come processo di svelamento del nascosto ai più… e nella apertura che ne consegue di un mondo aperto alla esistenza autentica e all’azione disinteressata e libera dell’uomo…..dobbiamo guardare al cambio di sguardo dell ‘angelo di Klee verso il passato per superare “la tempesta” della modernità contrassegnato dalla “ necessità” di fare storia …all’angelo di Durer che nel suo stato malinconico e della nostalgia ridà un senso al sentimento creativo e passionale verso le cose,gli uomini e la natura…..come “poiesis-creativa” di vivere e guardare il mondo nel suo svolgersi provvisorio e diverso tra “passato-presente-futuro”.

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