martedì 7 novembre 2017

...lettera ad un giovane poeta.... ....


 Caro Andrea solo per affinità sentimentale ho pensato ai due scrittori che hanno riempito la mia insoddisfatta e frenetica adolescenza e la esuberante e travolgente giovinezza….Saffo e Rilke … una classica e un moderno.Non a caso ma perchè io mi sento un classicoe moderno nelle mie scelte e nelle mie contraddizioni.Nelle età fondamentali alla mia formazione della mia anima e a quella dei miei migliori amici nella testa e nel cuore sempre ho amato la leggerezza della “poiesis”…irretito dalla forza del “lògos”.Le mie letture e riferimenti erano sempre e strettamente biografici e meno che meno letterari o filosofici per un sapere come riscatto o come potere.leggendo il tuo messaggio e le tue poesie pensavo come Rilke nella sua spendida e insuperata “Lettera a un giovane poeta “ al senso vero e profondo della poesia,anche della tua poesia e dei tuoi scritti.“Legga il meno possibile-scriveva- testi di critica estetica ; sono o congetture faziose,,fossilizzate e ormai prive di senso nel loro rigore senza vita,, oppure abili giochi di parole, in cui oggi prevale una opinione e domani quella opposta. Le opere d’arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungere le meno della critica. Solo l’amore le può afferrare e tenere e può essere giusto verso di loro. Dia ogni volta ragione a sé stesso e al proprio sentimento “….Poi mi sono riletto per l’ennesima volta i frammenti di Saffo …un continuo miracolo di emozioni e passioni annebbiate! Io queste sensazioni ed emozioni ho cercato e ritrovato in parte nel leggere superficialmente ma intensamente i tuoi testi .Riprendo le parole di Rilke “Lettere ad un giovane poeta “ che come te richiedeva una lettura delle sue parole in poesia .Ti dico subito che io ho un amore e un rispetto della “parola” e soprattutto per quella “poetica” che è il prodotto di uno scavare nel profondo duro e difficile alla ricerca dell’anima delle cose e delle persone.Alla ricerca della cosidetta “verità” della vita che è cosa preziosa e bella assieme in ogni esperienza emotiva e concreta del mondo.La lingua della poesia è la nostra stessa anima esposta e turbata e non può per nessun motivo essere sprecata per i sentimenti e le passioni corte e fredde.E torno a Rilke …. “Lei domanda se i suoi versi siano buoni.Lo domanda a me.Li invia alle riviste. Li confronta con le atre poesie. E si allarma se certe redazioni rifiutano le sue prove.Lei guarda all’esterno ed è appunto questo che non dovrebbe fare. Guardi dentro di sé. Si innterroghi sul motivo che le intima di scrivere ; Verifichi se esso protende le sue radici nel punto più profondo del suo cuore ; confessi a se stesso : morirebbe se le fosse negato di scrivere ? Questo si domandi soprattutto nell’ora più quieta della sua notte : devo scrivere ? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice “io devo” questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità “.Io ho sentito nelle sue parole in verso la presenza di questo tuo “io” voglioso di esporsi e di esporre i suoi pensieri e i sentimenti che nutre per le persone e le cose che circondono e interessana in particolar modo la tua vita affettiva e sociale… nulla può toccare tanto poco una poesia quanto un commento critico…..una “koinonia” sentimentale e un guardare il mondo con occhi sensibili e autentici …questo non solo è possibile ma anche auspicabile nella nostra ricerca di “anime gemelle” per sensibilità e valori.Alcuni consigli che ritengo utili sono il rifuggire i luoghi comuni e i motivi più utilizzati in ambito lettrerario ......“….descriva le sue tristezze e aspirazioni……rifugga i pensieri effimeri e la fede in una bellezza qualunque ; descriva tutto questo con intima, sommessa, umile sincerità, e usi, per esprimersi le cose che le stanno intorno, le immagini dei suoi sogni e gli oggetti del suo ricordo”....Una bella poesia nasce da nostre necessità concrete e e il richiamo al dolore e alla sacralità del parto non è solo una buona metafora.Dubbi e sospetti sulla realtà sono buoni per la filosofia …la poesia è fonte viva che viene dal profondo delle cose e delle persone che bisogna prima di tutto amare…..e che la loro forza dirompente non si perde in abilità versificatorie e giochi di parole per palati forti.Devi essere il più intransigente critico delle sue parole sprecate che si fanno forma scritta senza “foia” quasi sessuale come brama di beatitudine e pienezza mista a ebbrezza e irrequietezza .....Segui le irregolari sfrenatezze di Dioniso e diffidi delle belle forme ed espressioni del divo Apollo…
Buon lavoro su te stesso e la sua cura!
Un modesto amante delle parole poetiche….pure ed autentiche.
Mauro Orlando.

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