mercoledì 16 luglio 2008

Tom Waits: l'america di carta vetra e "maudit"

"...And now the sun's coming up,
I'm riding with Lady Luck,
Freeway cars and trucks,
Stars beginning to fade
And I lead the parade
Just a-wishing
I'd stayed a little longer,
Oh, Lord, let me tell you
That the feeling's getting stronger..."


"E ora il sole sta sorgendo
Io sto viaggiando con
Donna Fortuna,
utostrade macchine e camions,
Le stelle iniziano a scomparire
E io guido questa parata
Sperando soltanto
D'esser rimasto più a lungo,
Oh, Dio, lasciamelo dire,
Questa sensazione si fa più forte..."


(Tom Waits, Ol' 55)


Le voci, come insegna Virginia Woolf, possono far impazzire.
Alcune - quelle stridule, vanesie, acidule - ti fanno venir voglia di scappare.
Altre - quelle morbide, profonde, vellutate - ti portano in mondi lontani, facendoti respirare a pieni polmoni l'aria nuova che tanto bramavi.

La voce di Tom Waits ti fa respirare le atmosfere fumose di quei club in cui il pianoforte era a disposizione dei presenti, ti porta nella nebbia che c'e' a volte a Torino e che scende sul Po come una benedizione avvolgendo i lampioni in coperte di velluto, ti fa pensare che tutto è perduto ma poi - con il colpo di coda che solo i grandi sanno dare - arriva una sola, limpida nota.. e tu torni a sperare.
Tom Waits in questi giorni in Cocerto in Italia con tre date a Milano a partire da domani " con la sua voce di carta vetrata e quell'humour "maudit" che vi stende con il suo swing" in un tour "luccicante e doloroso".
A parte le parole di elogio e di attesa : bisogna esserci!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bel post!

Alice