Il saggio mondo greco ci insegna che le commedie di Aristofane erano importanti ed utili , ma a teatro. Che Socrate preferiva le persone reali,piene di dubbi e piene di contraddizioni agli spettatori gregari, adulatori , superficiali e supponenti. E non amava neanche tanto il suo discepolo Platone che pensava che la "filosofia" dovesse "mettere le braghe" alla "politica" o al mondo. Apprezzava Pericle che non solo pensava alla democrazia ma che la praticava governando e riqualificando la "pòlis" ma sopratutto coinvolgendo attivamente e consapevolmente i suoi concittadini. Amava i poeti lirici nelle loro 'eterie' o 'thiasi' e i poeti tragici che ricordavano e rappresntavano "religiosamente" e con intensità catartica i sentimenti, le paure, i sogni degli spettatori-cittadini. Rispettavano e onoravano i sommi "sacerdoti" che si limitavano nei riti a creare o ristabilire un rapporto diretto ,corretto , speciale,di gratitudine e di grazie con le divinità ctonie senza discriminare le divinità straniere!
Come cambiano i tempi! E non sempre nella chiarezza e nella semplificazione.
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