venerdì 27 giugno 2014

Una casa aperta per la paesologia


Una casa aperta per la paesologia. 

Qualsiasi analisi politologica,sociologica o antropologica dovrebbe rilevare una cotraddizione teorica e funzionale tra le esperienze culturali-politiche che intendono pensare ed operare nella “società civile” e quelle che intendono pensare ed operare nella società politica. Tertium non datur ….per non finire nella incertezza letale dell’asino di Buridano! La articolazione sociologica,culturale con finalità politiche di nuovo senso vedono nella società civile l'insieme plurale e non omogeneo della soggettività di pensiero e di azione in ambito non politico ‘strictu sensu’ con tentazioni di populismo,impoliticità, apoliticità …radicalismo inconcludente.La specificità del pensiero e dell'azione nella cultura politica occidentale da Platone a Popper si è costruita sulla priorità del soggetto pensante ed agente rispetto allo stesso e specifico pensiero o alle idee pensate o perseguite in modo originale o tradizionale. Non la casa prima del singolo o collettivo costruttore di case. A Cairano, a Laviano e in tutti “i parlamenti nei “piccoli paesi dalla grande vita” con soggetti liberi,attivi,riflessivi e consapevoli era e sarà questa semplice ma presuntuosa verità che ha fatto capolino in modo provocatorio ma chiaro nel panorama sonnolente e ossequiente non solo politico, ma giornalistico e culturale della italia delle metropoli, delle campagne , delle riviere, delle montagne e degli appennini sul tema della vivibilità della vita. E' stata una occasione per tutti ma sopratutto per i singoli soggetti che ribadivano e pretendevano con passione e intelligenza la necessità e l'importanza di riconoscere e rivalutare un modo di pensare e fare la politica non necessariamente con "i canovacci", gli strumenti e le finalità che la storia e la cultura politica italiana aveva messo in campo nei diversi momenti della fragile e recente democrazia italiana dall'unità in poi….nel coacervo di iniziative “ecologiche” nella grande crisi economico-finaziaria nel processo in corso di “mondializzazione” sotto gli occi vigili delle telecamere e dei social networks. Lontani dalle cortine fumogene per non riconoscere, con onestà intellettuale e politica, non solo le responsabilità soggettive della momentanea sconfitta da parte dei leaders naturali o presunti tali ( nelle elezioni amministrative, politiche o europee) ma anche la individuazione di uno spazio o occasioni di ridare dignità e valore a tutte le iniziative organizzate e non che sono sorte nelle piccole e grandi comunità territoriali sull'articolato mondo dei diritti e dei valori civili ma soprattutto degli stili di vita e di pensiero nel rapporto col mondo naturale e civile nei “piccoli contesti urbani” e nei gradi spazi naturali e paesagistici. Queste realtà esistono comunque e nonostante noi ci saimo auto considerati "mosche cocchiere abilitate " della storia di tutte le stagioni dei movimenti italiani legati al rapporto ecologico dell’uomo con la terra in generale o i territori di vita vissuta e da vivere in particolare. Il tema del pensiero e dell’azione “ culturale-politica” riflessiva, attiva, responsabile e consapevole che si esercita nelle nuove forme della partecipazione ed esperienza individuale-comunitaria o nella logorata ma anche utile dialettica-conflitto con tutte le forme organizzate e istituzionali della politica (partiti,sindacati ecc.)non è solo una esperienza bella e coinvolgente ma anche una sorta di stimolo e coinvolgimento delle istituzioni ‘naturaliter’…..dal passo lento,dai pensieri corti e dall’occhio miope. E' da qui e da queste premesse ( di vittorie ed errori) che comunque bisogna ripartire non per cercare e costruire nuove case, nuove comunità, nuove “democrazie” con nuove ammiccanti aggettivazioni….. non per proporre o pretendere rappresentanza per "inquilini speciali" con “affittuari geniali ed ispirati con il marchio doc della “paesologia” o di qualsiasi sapere sempre autoreferenziale se pur ‘arreso’.Queste benefiche esperienze hanno senso se si vivono per ricreare sempre e comunque spazi ed occasioni per l'esercizio e la difesa della democrazia esposta alla “malattia senile” della esposizione alla varie forme dell’autoritarismo piramidale della “macrofisica del potere” e soprattutto della “microfisica dei poteri”. mercuzio

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