mercoledì 4 giugno 2014

la doppiezza dell'amicizia

......l'amicizia...nell'età della "doppiezza"
"Colui che vede sente (aisthanetai) di vedere, colui che ascolta sente di ascoltare, colui che cammina sente di camminare cosí per tutte le altre attività vi è qualcosa che sente che stiamo esercitandole (oti energoumen),in modo che se sentiamo ci sentiamo sentire, e se pensiamo, ci sentiamo pensare, e questo è la stessa cosa che sentirsi esistere: esistere (to einai) significa infatti sentire e pensare.
Sentire che viviamo è di per sé dolce, poiché la vita è per natura un bene ed è dolce sentire che un tale bene ci appartiene.
Vivere è desiderabile, soprattutto per i buoni, poiché per essi esistere è un bene e una cosa dolce.Con-sentendo (synaisthanomenoi) provano dolcezza per iÌ bene in sé, e ciò che Ì'uomo buono prova rispetto a sé, lo prova anche rispetto all'amico: I'amico è,infatti, un altro se stesso (heretos autos). E come, per ciascuno, il fatto stesso di esistere (to auton einai) è desiderabile, cosí - o quasi - è per l'amico.
L'esistenza è desiderabile perché si sente che essa è una cosa buona e questa sensazione (aisthesis) è in sé dolce.Anche per l'amico si dovrà aÌlora consentire che egÌi esiste e questo avviene nel convivere e nell'avere in comune (koinonein) azioni e pensieri. In questo senso si dice che gli uomini convivono {syzen) e non come per il bestiame, che condividono il pascolo. [...] L'amicizia è, infatti, una comunità e, come avviene rispetto a se stessi, così anche per l'amico: e come, rispetto a se stessi, la sensazione di esistere (aisthesis oti estin) è desiderabile, cosí anche sarà per I'amico". Aristotele

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