lunedì 24 gennaio 2011

Elisir d'amore per .....il silenzio di Bisaccia.....



“ Il paesologo non va a vedere i paesi, non segue le insegne, le evita il più possibile, così come evita i percorsi obbligati, le corsie chiuse. Questo posto doveva avere una sua grazia appartata, volerla svelare a tutti i costi un po’ la fa svanire” F. Arminio



Rivisitazione di un dialogo immaginifico tra Mercuzio e il clown Nanos.

- Ah che solitudine ,che bella compagnia e…..che silenzio ieri a Bisaccia con gli “occhi” spalancati per cogliere l’incantamento della “ grande vita dei piccoli paesi” mortificando almeno per un giorno le pretese padronali e autoritarie delle parole!

- “Silenzio”!Non cominciamo con i paradossi e le stranezze. Hai voglia di meravigliarmi o confondermi?

- Ascolta ,ma veramente non senti una musica in questo silenzio?

- Mi dispiace ,no!

- Ascolta meglio: il silenzio non è assenza di suoni, quello che tu non hai udito è la totalità dei suoni. C’è una differenza che i ‘filosofi’ usano chiamare ‘ontologica’: una cosa è zero,un’altra cosa è “ infinito meno infinito uguale zero”. Io so che proprio così il mio “Signore e padrone” ha fatto il mondo:dal niente, come impropriamente usi dire tu, e che invece era un infinito di suoni ingarbugliati tra loro e giustamente muti, vuoti ,incorporei. Ha separato accordi ,toni, armonie,note quella che normalmente chiamate musica. Insieme ha creato il verme e l’uomo, i pensieri e le cime di rape, Beethoven e Pupo…..

Creare in fondo è dividere l’incorporeo,l’insostanziale e dargli dei confini,dei limiti,delle qualità …impressionarli nella profondità degli occhi del cuore oltre che della ragione .
Questo “silenzio pieno di musica” è una modulazione di una gamma spropositata e infinita di non-suoni, che però nella tua incolpevole ‘ignoranza’ e perdita non riesci ad avvertire ,a percepire, sentire se non con questi capolavori comprensibili……come questo di Beethoven che voi chiamate ‘opera 73 o Imperatore’.

- Ah ma io ho comprato anche il cd e la ascolto spesso e la conosco benissimo. Io amo soprattutto la “nona”, il concerto in Do minore di Rachmaninoff, ‘Un bel dì vedremo’, Gershwin…….e anche De Andrè, Guccini,De Gregori, Vecchioni,Cohen,Dylan e altri……

-Per tornare alla musica del “silenzio negli occhi ” oltre al silenzio nella mente e nelle orecchie….. Qualcuno di voi che ama chiarsi ‘critico-musicale’ ha scritto che Beethoven sa ascoltare e riprodurre il canto candido e leggero dell’esistente, ne ha inseguito il movimento ritmico accarezzandone il silenzioso brusio per trasformarlo in rigoroso linguaggio di una musica assoluta. Ma in quello che scrive sembra non capire che le due cose non sempre erano indistinguibili,conseguenza una dell’altra. In ‘origine’ per esempio canto e parola erano carichi di una sola potenza che solo il divino avrebbe potuto sopportare o sentire. La lingua era musica e il dire degli uomini riusciva farsi carico di questo di questo mistero poetico,mitico e religioso assieme .Era la prova di una perfetta innocenza che si è trasformata in algida concettualità per esigenze comunicative dimenticando persino la bellezza del libero cinquettare degli uccelli o del sibilo del vento tra le foglie o i capelli della donna amata o dei luminosi chiari di bosco in primavera.

Ma il vero problema è che tu fai fatica oggi …a sentire o vedere questo “silenzio” nel vento ,nella luce nei colori ,….. non nelle parole e anche la musica che girano per Bisaccia in questa giornata paesologica! Ecco io penso che per arrivare e vivere veramente la “paesologia” bisogna prima di tutto rieducarsi ai “silenzi”, ai “vuoti” agli “sguardi” autentici nei rapporti quotidiani e comuni ma soprattutto in quella disciplina tutta umana che usiamo chiamare filosofia anche quando si fà ” pensiero del cuore enon della ragione ” e che ci siamo costruiti nella testa e nel suo linguaggio,o da questo richiamarsi alla poesia ,al racconto ,alla narrazione. E per vostra fortuna nella Comunità provvisoria ci sono buoni poeti ,affabulatori o contastorie ,visionari di ogni tipo anche se alcuni ancora non lo sanno o hanno paura di esserlo .

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