
Oggi sono triste …anche gli angeli avolte sono tristi! E poi io sono un angelo particolare , strano , un pò folle di una follia dolce e contagiosa. A frequentare lo zoppo......Sono troppo preso della vita degli umani ,non per i loro attaccamenti alle cose , ai soldi , alle gerarchie e quindi alla carriera.Infatti mi sembrava strano sentirti alludere al mio ‘studiare per diventare ArchAngelo”. Sono solo maldicenze e incomprensioni che cominciano a circolare anche tra gli angeli oltre che tra gli 'irpini' comunitari e provvisori. Sono triste e la tristezza come tu ben sai ,avvezzo come sei a giocare coi sentimenti e le passioni umane, non aiuta o stimola il dialogo con gli altri ma solo con se stessi. E’ giorno di monologhi , oggi. Il mio amico Zaratustra tra le sue manie di grandezza prediligeva e amava alla follia le sue solitudini , i silenzi e ,credimi, 'per abundaniam cordis' degli uomini . Dopo essersi ritirato per lungo tempo in montagna per recuperare se stesso dai rumori del mondo e degli uomini, era ritornato tra gli uomini e soleva però ripetere a quelli che incontrava “Non parlare ,canta!” Perchè nella babele dei linguaggi degli ultimi tempi aveva notato che le parole avevano perso la loro musica e che le stesse voci degli uomini erano stonate o addirittura atone.Ma anche ciò non bastava. E allora aveva cambiato il consiglio .”Non parlare ,balla!” soleva ripetere. Sorpresa delle sorprese , vedeva i corpi degli uomini e delle donne impacciati, appesantiti e goffi che avevano perso la leggerezza e la levità delle foglie o delle piume nell'aria . Ma peggio di tutto aveva notato che gli uomini avevano ingabbiata e repressa la possente e dolce forza erotica e vitale che la natura aveva benignamente dotato questa massa eterogenea di cellule , nervi e neuroni (scusami l’approssimata terminologia scientifica …è una preoccupazione un po’ stupida e sopratutto umana!)Mala tempora currunt....anche per gli angeli e peggio per gli ArchAngeli!
Un altro nostro comune amico poeta che ama i viaggi nel cratere ed ha coltivato la sua anima nell’inquietudine del vento forte tra Lecedonia e Candela, ieri a Milano parlava melodioso,rufiano e accattivante a una platea di donne adoranti e ammliate e alla fine mi ha autografato un suo libro con queste sensibili e amichevoli parole “ …a M. …. che sa la musica delle parole e della terra” .Ah i poeti che strane creature oltre alla truffa conoscono le trame e le corde dei sentimenti caldi e mi ha commosso .Come vorrei che le sue parole fossere veritiere! Ma i poeti conoscono come noi angeli talmente bene i limiti e le esigenze dei propri simili che in questi ultimi tempi di crisi cominciano a togliere molto lavoro e impegno al nostro mestiere di cura e di guida degli uomini nelle difficoltà e sofferenze in cerca di amore e di gioia. In questi ultimi tempi anche i cosiddetti ‘clown ‘ ci insidiano e si danno da fare e si stanno organizzando a tale scopo . Ma i poeti sono più vecchi del mestiere e la gara mi risulta molto difficile e la vittoria di non facile previsione.Come vedi le parole mi hanno distratto dalla mia tristezza e malinconia E vedo e sento un bel sole tiepido e caloroso e una sensazione molto bella …..sento come se fosse giunta la primavera ! E siccome non so cantare e danzare mi viene voglia di brucare!
1 commento:
Uaaauu, …Mercurzio! Angelo mio, ho capito, oggi sei triste, e te la prendi con il cielo e la grazia dei poeti, ma non ti mettere a brucare proprio adesso che puoi danzare.
E, poi sai com’è tutto è già scritto!
E’ solo copiato dalla natura, anche il sommo poeta ha copiato la divina commedia. La natura ci svela sempre tutto se sappiamo guardare il mondo con gli occhi di bambino.
Magia gentile o scienza dell’animo umano? In ogni caso è sempre una ricerca. Tutto sta a saper ascoltare il silenzio e guardare con gli occhi dell’innocenza.
Tu sei un’angelo! Certe cose me le dovresti insegnare tu a me. Il centro di tutto e nelle forme dell’universo e l’universo danza con il soffio del vento.
E, le forme della vita le puoi trovare anche nel guscio di una conchiglia o in un fiore. Tutto è a forma di spirale, come la nostra vita, e niente è a caso.
Hai mai guardato attentamente il guscio di una vongola, mentre mangi gli spaghetti. Oppure un’orchidea, o anche un geranio? Sulla prima ci sono cerchi e spiriali, la forma primordiale dell’universo; nei fiori addirittura puoi scoprire l’uomo (la forma dei petali): testa, braccie, gambe e sesso.
Per questo l’orchiedea è il fiore più bello ed amato dalle donne, è la forma del generatrice di ogni creato. Forse per questo, come le vongole, sono cosi care?
E, poi come Clown non ho bisogno di fare battaglia hai poeti perchè “il clown è poesia fatta persona” anche lui copia dalla natura è facile lo può fare chiunque figurati tu.
Ora, come puoi immaginare che io abbia ancora voglia di ingaggiare battaglie? Io sono, come poesia e vento, caos e ordine, io sono.
Lo so a te manca il mare. E, no….come ci si può sentirsi soli come goccia di fronte al mare? Per questo più che camminare, danza!
Vieni giù da me che ci facciamo una passeggiata in riva al mare e ti faccio vedere che anche tu sei capace di danzare, sulle curve di una vongola.
Ops….Mi ha chiamato mio figlio, mi ha chiesto “papà vieni a ballare con me!” Uaaa, Io vado Mercurzio, …a presto.
Nel frattempo ti regalo quest’altra storia d’amore….
“Saluto dal mare del Nord”, (di Sissy & Ludwing)
Aquila, a te lassù sulle montagne
Manda il gabbiano del mare
Un saluto dall’onda spumosa
Verso le nevi eterne.
Una volta ci siamo incontrati
Secoli e secoli fa
Sullo specchio del lago più bello,
Al tempo che fiorivano le rose.
Silenziosi volammo l’uno accanto all’altro Immersi nella quiete più profonda
Soltanto un negro cantava al tempo stesso
Sulla piccola barca le sue canzoni.
La poesia viene lasciata da Sissi nell’Isola delle rose nel giugno 1885. Ludwig la trova in settembre e le risponde con questi versi:
Al nido dell’aquila, dalla remota spiaggia,
E’ arrivato il saluto del gabbiano,
Portando con lieve battito d’ali
Il ricordo dei tempi lontani,
Quando insieme visitavano le rive
Immerse nel profumo delle rose,
E in un arco superbo, salutando,
Si passavano accanto.
Verso la cima del monte l’Aquila fa ritorno
E il gabbiano della spiaggia del Nord ringrazia
Inviando con il fruscio delle sue ali
Un gioioso saluto sullo specchio del mare.
(sto provando a trasformarmi in sireno , nanos)
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