Norberto Bobbio, La Stampa
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"Nella filosofia politica antica la giustizia era una virtù, una delle virtù etiche fondamentali, cioè un abito o un’abitudine di compiere certe azioni giudicate aventi un valore positivo e di evitare certe altre azioni giudicate aventi un valore negativo. La valutazione di un’azione come virtuosa, in particolare come giusta, rinviava necessariamente al criterio in base al quale le azioni potevano essere distinte come giuste o ingiuste. Nel pensiero moderno e soprattutto contemporaneo si intende per giustizia questo criterio di valutazione, o valore ideale, o principio direttivo dell’azione che permette di giudicare le azioni umane, onde chiamiamo giuste quelle che vi corrispondono, ingiuste quelle che non vi corrispondono....".
Il 2009 è l’anno di Norberto Bobbio. Del filosofo torinese, tra le maggiori autorità intellettuali e morali del Novecento, ricorre il centenario della nascita (18 ottobre 1909), oltreché il quinto anniversario della morte (9 gennaio 2004). Per celebrare la ricorrenza il ministero dei Beni culturali ha istituito un Comitato Nazionale, composto da oltre cento istituzioni e personalità della cultura italiane e straniere, che ha elaborato un fitto programma di iniziative (vedi scheda in basso) per promuovere il dialogo e la riflessione intorno al pensiero di Bobbio e sul futuro della nostra democrazia. La Stampa, che ha avuto il filosofo tra i suoi collaboratori di punta per quasi trent’anni, propone qui un testo inedito, trovato tra le carte dell’Archivio Norberto Bobbio presso il Centro studi Gobetti di Torino: si tratta di un dattiloscritto, presumibilmente della fine degli Anni 50, sul tema «giustizia», voce preparata per un progetto di dizionario enciclopedico mai realizzato, di cui pubblichiamo uno stralcio.
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