domenica 29 ottobre 2017


Il poeta in campagna ….cede la strada agli alberi e usa parole leggere che parlano il suo “corpo”. Un grumo di materia febbricitante..irrefrenabile inafferabile, sfuggente e prepotente come lava incandescente di vulcano in continua eruzione e liberazione . Un corpo che cresce lentamente come un elemento della “natura naturans “ con le sue idee, percezioni, sentimenti, passioni con la forza e la regolarità del ciclo naturale delle cose che necessitano di farsi “natura naturata” nelle parole che le ospitano per procrearle.Una forza erotico-creatrice dove il suo creatore riusce a partorire con o senza dolore ciò di cui si ingravida in natura nei suoi camminamenti e viaggi .La sua fantasia creativo-poetica si nutre di profumi, colori,sapori come un ape …..come frutti di un desiderio….. tutt’uno di anima e corpo da donare agli altri e alla terra che lo ha ospitato come grazia ricevuta e da restituire .Una forma di generazione di “corpo maschio” che accumula bellezza, dolori, gioie e piaceri e attraverso il segno simbolico della poesia di un “io” diviso e controverso ne fa dono agli altri .Un corpo dolorante di doglie dello spirito inquieto e angosciato. Una sorta di “cupio dissolvi” creativo di forze che hanno bisogno del “kaos” come terreno fertile alla poesia. Voglia di opera contro la forza opposta nella persona che necessita di crea e distruggere nel ciclo delle forze naturali. Ambizione di infinito e vocazione al martirio di un “albatros” democratico e comune nella ricaduta degli angeli nello sconfinato e nel disordinato mondo della globalizzazione materiale .Sì che sul “kàos” del conflitto prevale il “kòsmos”dell’ordine. Sulla tensione verso l’armonia e la bellezza spesso si sente il richiamo energetico della “dùnamis” del disordine e della cacofonia di mille contraddizioni e fobie.In certi casi anche la ricerca del “delirio” della poesia che non gli competono si affaccia ai suoi notturni incubi di insonnie dolorose.Ripara nelle falle, nei buchi, nei calcinacci, nei crolli…si espone ai margini e ai precipizi senza gesti eroici ma con le armi della clemenza e della ammirazione…senza enfasi e ripetizioni ….con voce da soprano femminile mai di maschio tenorile…..estroflesso e disperso nelle varie forme di crescita naturale….sente il filo d’erba crescere in primavera e la foglia cadere in autunno non per commuoversi ma commuovere…..vive il dolore con parole sofferenti e senza lacrime….ascolta il vento giocare con le nuvole e ingravida parole di luce e leggerezza come dono gratuito o baratto…..carica la sua sessualità di tale impeto e ‘faiblesse’ come perenne esigenza di riconoscimento ed accettazione….tra fobie…manie e piacevoli energie elettriche che ingabbiano il godimento erotico e creativo nella scorza leggera delle parole……

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