....povera e nuda va ....la poesia
Il poeta in città " fruga nei cestini" per dare un senso possibile alla umanità incivilizzata con uno sguardo severo dai ĺimiti ..dagli angoli e dai margini per non farsi triturare dal supefluo e dall'inautentico che come il deserto avanza inesorabile ....tra tragressioni e piccola delinquenza marginale anch'essa ...l' occhio va oltre il logos sociologico o politico e scruta con sofferenza il nascosto e l' impercettibile della esistenza di strada...ogni parola o atto si fa collettivo per non evaporare nella retorica buonista o il rasoio populista...consumati gli eroici furori delle ansie utopiche e rivouzionarie del gesto atletico ...agonistico e.giovanilista....per un rifiuto umano troppo umano del gioco sperimentalista .....solo linquistico della neoavanguardia ....evitare altresì gli intriganti aggangi mitici o primordiali..."scavare nell' attimo quotidiano" per scansare tempeste sociali o bonacce intimistiche e liricheggianti "....andarsene nei bui dei cortili (De Angelis)...in un tutto senza notte... la poesia si fa ..." atto comune" per non perdersi in un " nulla" invasivo e pervasivo....di una metropoli mondializzata in uno sviluppo senza progresso....fonetica babele senza parole oltre i " conforti metafisici" o le ricadute teologiche apocalittiche....unica strada una condivisione nelle parole degli ultimi e emarginati cronici ....." bevendo allo stesso rubinetto intasato" ....cercando parole di salvezza e di condivisione amorosa........in un mondo disamorato e senz'amore....
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