Il poeta in
campagna ….cede la strada agli alberi e usa parole leggere che parlano il suo “corpo”. Un grumo
di materia febbricitante..irrefrenabile inafferabile,
sfuggente e prepotente come lava incandescente di vulcano in continua eruzione
e liberazione . Un corpo che cresce
lentamente come un elemento della “natura naturans “ con le sue idee, percezioni,
sentimenti, passioni con la forza e la regolarità del ciclo naturale delle cose
che necessitano di farsi “natura naturata” nelle parole che le ospitano per procrearle.Una forza
erotico-creatrice dove il suo creatore riusce a partorire con o senza dolore ciò di
cui si ingravida in natura nei suoi camminamenti e viaggi .La sua fantasia
creativo-poetica si nutre di profumi, colori,sapori come un ape …..come frutti di un desiderio….. tutt’uno
di anima e corpo da donare agli altri e alla
terra che lo ha ospitato come grazia
ricevuta e da restituire .Una forma di generazione di “corpo maschio” che accumula bellezza, dolori, gioie e piaceri e attraverso
il segno simbolico della poesia di un “io” diviso e controverso ne fa dono agli altri .Un corpo dolorante di doglie dello spirito inquieto e
angosciato. Una sorta di “cupio dissolvi” creativo di forze che hanno bisogno del “kaos” come terreno fertile alla poesia. Voglia di
opera contro la forza opposta nella
persona che necessita di crea e distruggere nel ciclo delle forze naturali. Ambizione di
infinito e vocazione al martirio di un “albatros” democratico e comune nella
ricaduta degli angeli nello sconfinato e
nel disordinato mondo della globalizzazione materiale .Sì che sul “kàos” del conflitto
prevale il “kòsmos”dell’ordine. Sulla tensione verso l’armonia e la
bellezza spesso si sente il richiamo energetico della “dùnamis” del disordine
e della cacofonia di mille contraddizioni e fobie.In certi casi anche la
ricerca del “delirio” della poesia che
non gli competono si affaccia ai suoi
notturni incubi di insonnie dolorose.Ripara nelle falle, nei buchi, nei
calcinacci, nei crolli…si espone ai
margini e ai precipizi senza gesti eroici ma con le armi della clemenza e della
ammirazione…senza enfasi e ripetizioni ….con voce da soprano femminile mai di maschio tenorile…..estroflesso e disperso nelle varie
forme di crescita naturale….sente il filo d’erba crescere in primavera e la
foglia cadere in autunno non per commuoversi ma commuovere…..vive il dolore con
parole sofferenti e senza lacrime….ascolta
il vento giocare con le nuvole e ingravida parole di luce e leggerezza come dono gratuito o baratto…..carica la sua
sessualità di tale impeto e ‘faiblesse’ come perenne esigenza di riconoscimento
ed accettazione….tra fobie…manie e piacevoli energie elettriche che ingabbiano il godimento
erotico e creativo nella scorza leggera delle parole……
mercoledì 25 ottobre 2017
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento