giovedì 21 luglio 2016


Per molti anni ho pensato alla democrazia tout court come l'occasione riflessiva e consapevole per un obiettivo fondamentale : uguaglianza politica . Poi ho cercato di esaminare le forme di rappresentanze e delle decisoni e ho studiato , in particolar modo, la deliberazione. Con l’espressione “uguaglianza politica” intendevo capire e dire che le preferenze di ciascun cittadino sono tenute tutte nella stessa considerazione. Questo vuol dire che a ogni singolo elettore è garantito lo stesso potere di voto, ovvero un’uguale possibilità di essere l’elettore decisivo. Questa è “l’uguaglianza politica formale”. Alle radici della “deliberazione”, invece, c’è il “ponderare” che può essere collettivo, individuale, o ambedue le cose, e implicare discussione, riflessione o entrambe. Consideriamo, quindi, la deliberazione come un’analisi di considerazioni in competizione tra loro in una discussione che è: informata (e perciò informativa): le affermazioni, che si basano sui fatti, esposte a sostegno delle varie tesi dovrebbero essere ragionevolmente accurate; bilanciata: a ogni tesi che sostiene un determinato punto di vista dovrebbero esserne contrapposte altre che rispondono ad altri di interpretare lo stesso problema; consapevole: i partecipanti dovrebbero essere disposti sia a parlare che ad ascoltare, civilmente e con rispetto; sostanziale: gli argomenti dovrebbero essere considerati per il loro valore e non in base a come vengono esposti o a chi li espone; comprensiva: tutti i punti di vista caratteristici di proporzioni significative della popolazione dovrebbero ricevere attenzione.questo percorso lo in un certo senso l'ho concluso partecipando attivamente e consapevolmente nella esperienza dei "girotondi" a milano con Nanni Moretti e il gruppo romano.Momenti di temsioni e conflitti non erano solo legati a mentalità radicate e territoriali....L'esperienza è stata personalemnete valida ma oggi il mio interesse non è tanto l'analisi formale della partecipazione politica....voglio vivere oltre che pensare direttamente la mia esperienza politca in rapporto alla categoria "comunitas-immunitas" nelle situazione reali di vita dei soggetti-cittadini ...una "rivoluzione copernicana" dello sguardo e del vivere la triade "io-corpo-altri"....la "PAESOLOGIA" svela i "segnavia" di chi ci ha preceduto sui territori e nei paesi per indicare il senso di nuove esperienze esistenziali-politiche nel confronto tra un centro e una periferia che non è solo sociologica ma esistenziale....dove è la periferia ad essere il luogo della nuova nascita e nuova politica...
mauro orlando

Nessun commento: