lunedì 26 luglio 2010

Elsir d'amore per ......don Chisciotte.






Mi piace pensare nell’emozione di uno spettacolo musical-teatrale alla nostra esperienza “comunitaria” nello spirito della paesologia al “cavaliere della triste figura ” Don Chisciotte della Mancia o delle varie Irpinie in giro per il mondo urbanizzato e non. Pensando a lui e al suo fido Sancho mi chiedo se è mai possibile ,ammettendo che la finzione sia o possa fare storia, trasformare la verosimiglianza o la poesia in qualcosa di efficace e concreto che si faccia politica e storia .Perchè anche noi “visionari e vagabondi dell ‘impotenza e della provvisorietà” stiamo coltivando e praticando un sogno nella verosimiglianza e nella poesia.Siamo ammaliati dalla caotica commistione, nella povera mente allucinata di Don Chisciotte, di ciò ciò che non può essere vero, con ciò che può esserlo nella confusione concettuale di un epoca di transizione e di degrado culturale ,civile e politico.Non solo una vecchia posizione estetica, romantica e poetica per resistere alla devastante teoria e pratica tecnologico-scientifica assoggettata all’economia. Foucault scriveva : “ Don Chiscotte è la prima delle opere moderne poiché in essa si vede la crudele ragioni delle identità e delle differenze deridere all’infinito segni e similitudini, poiché il linguaggio in essa, spezza la sua vecchia parentela con le cose, per entrare in quella sovranità solitaria da cui riapparirà, nel suo essere scosceso, solo dopo che è diventato letteratura, poiché la somiglianza entra così in una età che per essa è quella della insensatezza e dell’immaginazione”. Il cavaliere dalla triste figura …..un invincibile in nome della “finzione,del sogno e della fantasia” nel tempo che altri “taroccati cavalieri” dalla losca figura hanno esproriato e travisato per noi anche le parole del sogno,della finzione ,della libertà e del futuro E allora noi ”nuovi visionari provvisori e smarriti” ,semplici migratori stanziali innamorati della propria terra che ci spostiamo non più per emigrare ma per spostare e cambiare il mondo, come il visionario e pazzo Qujote, osiamo coltivare queste belle e sognanti “vie di fuga” da un mondo definitivamente sottomesso ai nuovi e vecchi “giganti cattivi ” delle forze economiche ,dei poteri freddi e degli interessi costituiti…….anche in nome dei “piccoli paesi dalla grande vita”…

mercuzio

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