domenica 1 agosto 2010

Elisir d'amore per ......."l'amica paesologia"





“ma perchè le persone non la capivano?
Perché stavano al buio o dentro falsi luci.
F.Arminio

Penso sempre più che la nostra esperienza nella Comunità provvisoria ha una discriminante nella disponibilità all ‘amicizia , alla generosità e alla cura .Montaigne a proposito dell’‘amicizia soleva ripetere il detto di Aristotele: “O miei amici ,non cè nessun amico”.Al pessimismo teoretico e discriminante aristotelico non possiamo contrapporre un ottimismo di maniera o dei buoni sentimenti. Io credo che nell’immediato futuro ci troveremo a dover sciogliere alcuni nodi non solo psicologici o comportamentali ma culturali e identitari.La parola chiave del nostro sentirsi a casa e a proprio agio in questo viaggio originale ed autentico è il suo cuore ,il suo spirito: la paesologia.Non discuteremo del dito che ce la indica o ce la spiega ma del nostro modo di sentirla , pensarla ma sopratutto viverla.Costruiremo “parchi rurali”, riscopriremo reperti archeologici,culturali e storici, organizzeremo feste ,incontri e iniziative culturali nei “ piccoli paesi” consapevolmente convinti che in essi c’è La grande vita” della paesologia. Alcune personali considerazioni analitiche e necessariamente personali. Alla paesologia non interessano i “non luoghi”degli spazi metropolitani privi di identità e di memoria ma soprattutto scarsi di relazioni. Dove vive una “collettività senza festa” e si soffre la “solitudine senza l’isolamento”. Si vive in un epoca del “tempo veloce, accelerato”.Il futuro è sempre più alle nostre spalle, in soggezione ad un presente che ci sommerge e ci virtualizza .E persino la storia è diventata un fatto mediatico.Il futuro non solo sembra senza senso e fine ma ci carica sopratutto di ‘paure’ e nel suo orizzonte esclude le categorie di ‘progetto’ e ‘speranza’.Paure economiche, sociali,ecologiche e perfino “metafisiche e religiose”.L’avvenire è rubato soprattutto ai più giovani. Una nuova rivoluzione scientifica e tecnologica toglie potere e crea esclusione in quelli che non si ritrovano in questi poli. La rivoluzione informatica aiuta e favorisce i meglio tecnologizzati e i già informati o i ‘già-formati’.
.Il nostro “io” occidentale e moderno svuotato di senso è costretto a cimentarsi con i pieni dei poteri economici e culturali a cui ci eravamo abituati dall’Illuminismo in poi. C’è oggi la necessità di coltivare una ragione che si fa “luce” e si fà ‘compassionevole’ e ‘fraterna’ in un colloquio doloroso e difficile con le “ombre”, con l’assenza, col mistero, con il sacro, con gli esclusi , gli sconfitti con i luoghi abbandonati economicamente e terremotati interiormente o lontani dai centri decisionali dei poteri. Il suo compito precipuo e costruttivo è non solo capire e dare un nome alle cose e alle persone ma di suggerire altro.Creare aspettative e possibilità è già costruire presente e precostituire futuro. Ripropone una caratura politica molto complicata,complessa e sottile che va al di là del sociologismo astratto e il meridionalismo politologico e di maniera se pur nobile. E’ una richiesta di superamento ,filosofico direi, dell’Illuminismo non ideologico e dottrinale dove il rifiuto delle “magnifiche sorti e progressive”, delle utopie astratte e ideologiche e delle speranze universali e necessarie nel futuro ci impone una idea più che di recupero o di salvezza delle persone ,delle cose e della natura, di amore .di amicizia e di cura di esse ma non più per indicare il loro possibile futuro ma per la vivibilità del loro presente reale e per un rispetto per il passato che non passa e non ritorna nello stesso tempo. Punta soprattutto a far crescere una capacità personale di guardare e conoscere le cose e amarle disinteressatamente in sè stesse e per sé stesse. Una riproposizione esistenziale ,vitale e attiva di vivere la ’modernità’ non necessariamente contrapposta alla ‘antichità’ ma nella sua capacità intellettuale ed umana di vivere l’antico, il tradizionale, il periferico,l’emarginato, l’escluso,l’altro da sé insomma come un sempre possibile “inizio”,curando una massima consonanza,intimità con i luoghi, le cose e le persone insieme alla massima lontananza e alterità.
mauro orlando

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