http://www.youtube.com/watch?v=e-9-BAnL39U
mauro orlando
Quante scene simili abbiamo vissuto in questi due anni: uomini e donne riuniti sotto un tiglio,tra i reperti di un castello restaurato, per le vie di borghi abbandonati, in luoghi solitari “musei dell’aria….della luce ,del silenzio e quant’altro,nelle abazie della sacralità e del buon recupero…. e qualcuno che racconta .Non si sa se sia una assemblea di un popolo , di una orda , di una tribu.Ma tutti ascoltano con silenzioso coinvolgimento il medesimo racconto e lo sentono e fanno proprio senza difficoltà.Non importa sapere se colui che racconta sia uno straniero o uno di loro ma si sentiva che è investito da un diritto-dovere di raccontare delle proprie radici,della propria terra , di sé stesso,del proprio pensiero ,lavoro,sentimento ….sogno anche per conto nostro. Non costituivano una comunità prima del racconto…. è la narrazione che li riunisce e li unisce.
Prima erano separati da vite diverse, vocabolari diversi, diverse esperienze culturali professionali…questo il racconto talvolta narra e mette a confronto.Si stava seduti a fianco ….si cooperava, si passeggiava assieme in silenzio o discorrendo ,si mangiava e beveva assieme , ci si ‘annusava’ e affrontava liberamente nelle discussioni senza la necessità di riconoscersi o prevalere in agonismo retorico. Ma un giorno ,a caso, un poeta….un pazzo,un sognatore pratico, un clown, un viaggiatore della malinconia e del silenzio o che so io ha incominciato a raccontarci un suo sogno di una terra comune e delle sue origini,dei suoi uomini e delle sue donne con intransigente amore ma anche rabbia. Facendo nomi e cognomi .Ci ha parlato dei loro difetti legati al riscatto attraverso il potere e delle loro semplici bellezze nei rapporti affettivi ed umani. E ci raccontava della sua esigenza di costituire assemblee o parlamenti comunitari o Comunità provvisorie e della necessita di nuovi racconti nel rispetto dei vecchi dei nuovi aggettivi da aggiungere a l sostantivo “Comunità”. Nessuno ha chiesto al narratore chi gli ha raccontato questo sogno e come e perchè egli ha il dono ,il diritto o il dovere di raccontarlo. Si sente in modo naturale ed immediato che la sua lingua e il suo racconto servono a metter insieme dei “diversi” e a fare di questo un racconto mai compiuto ma sempre da scrivere .Che la lingua non è dello scambio ma di un qualcosa di sacro e di una sorta di giuramento che si ripete nel tempo ogni qualvolta che uomini di diverse esperienze ma di comune sensibilità si ritrovano su un territorio o una ‘pòlis’ intorno a un fuoco acceso o una tavola imbandita , in un viaggio reale o immaginifico ad ascoltare mai appagati un poeta o un aedo che canta o racconta le gesta, i sentimenti, le idee, i sogni per costruire e pensare nuove esperienze che possono crescere senza la necessità di celebrare sacrifici a qualsivoglia autorità divina o umana. Il racconto spesso è crudele,spietato,a volte fa ridere o sorridere .Ognuno si sente coinvolto e sente che si parla anche di sé ,del suo passato ma soprattutto del possibile senso del proprio futuro immediato e prossimo.Sentiamo che le nostre credenze,le nostre poesie, i nostri sogni , i nostri saperi vengono da questo racconto che è ‘mito’,invenzione, narrazione,trasmissione ……vita a patto che non ci faccia più vivere con lo sguardo rivolto al passato ma nemmeno a un futuro troppo lontano.Ad ascoltare e raccontare c’erano di volta in volta Franco, Angelo, Michele, Mario, Salvatore, Elda, Agostino, Antonio,Luca ,Giovanni,Monica,Paolo,Gaetano,Sergio,Vittorio,Federico,Nanos,Edda, Mauro,Adelelmo,Andre,Lucrezia e quanti altri di cui non mi sovviene il nome ma di cui sento la presenza critica ed attiva mentre ancora ci leggono e vedo il volto sorridente efiducioso nei nostri tanti incontri provvisori .Oggi sentiamo che i nostri racconti si stanno ingrigiendo non per mancanza di argomenti e differenziando non loro praticabilità , ma perché non si sentono sufficientemente coinvolti e ispirati dallo spirito dell “inizio” com’è nella natura degli uomini e delle cose di questo mondo.Sentiamo la necessità e l’urgenza di riaprire una fase costituente compassionevole e generosa per uno “stato nascente” in cui ognuno di noi si sente responsabilmente e liberamente coinvolto ,consapevole e geloso delle proprie idee ,aspettive ,sentimenti,passioni e progetti ma in un sentire plurale ma comune.E’ con questo spirito e con questa determinazione sottoscrivo pienamente lo scritto di Franco nella attesa ed auspicio di una bella,franca e buona discussione:
a metà settembre il blog "Comunità provviosria" cambierà radicalmente. ci sarà un comitato di redazione, con compiti precisi. sarà un blog ricchissimo e molto agguerrito. chi è interessato a lavorarci può cominciare a farsi vivo.
cambierà completamente anche la comunità provvisoria. abbiamo grandi impegni e dobbiamo affrontarli con persone motivate.
non conta il numero ma l’entusiasmo e la voglia di spendersi.
armin
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