pensieri da passeggio
Michel Foucault ha mostrato come il costituirsi dell’individuo moderno
sia legato a una forma di soggettività precaria. La sua precarietà consiste
precisamente nella rinuncia ad una forma “più felice” di costruzione di sé,
radicata nel rapporto specifico che ha scelto di intrattenere con la verità.
Riferendosi continuamente ad essa, cercando di trarla fuori da sé, dove suppone
che risieda, il soggetto della relazione di potere si imbriglia in forme di
assoggettamento e non riesce a liberarsene se non reiterando la trasposizione
di se stesso in oggetto. Quest’ultima é attuata attraverso il discorso, il
parlare di sé, il vedersi come soggetto e insieme come centro di conoscenza.
Assumendo come modello del
potere e delle sue relazioni un modello essenzialmente giuridico-repressivo, il
soggetto continua a riproporsi come oggetto di quel sapere che suole opporre al
potere, mentre realizza su se stesso un’involuzione etica.
Foucault pone l’attenzione su
quelle pratiche che il soggetto, in quanto prodotto storico, ha utilizzato,
anche inconsapevolmente, per costituirsi, e fissa i punti di rottura che hanno
spostato le modalità di soggettivazione a concentrarsi in sistemi di
assoggettamento. Lo studio delle forme storiche di soggettività che si sono
succedute nel tempo è utilizzato in chiave critica del presente, di
quell’attualità che serve al soggetto per assumere un atteggiamento di sfida
dei sistemi di verità che lo vogliono imprigionato in un unico modo di essere,
il non poter essere “altro”.
Il soggetto deve ritrovare un
modo di vivere ascetico, nella misura in cui il termine rimanda a un lavoro di
sé su sé che si dà anche in un esercizio “estetico”. Aspetto politico ed etico
dovrebbero coincidere in un’”estetica dell’esistenza” come rivalutazione del
“rapporto” con la “verità” nella misura in cui essa stessa si pone come
“rapporto” che é all’origine dell’elemento ascetico produttivo di alterità. È
qui che la ricerca di Michel Foucault incontra quella di Pier Paolo Pasolini.
-La responsabilita’ della
verita’ sul soggetto
« […] L’oggetto della mia
ricerca sono stati i tre problemi tradizionali: ’’primo, quali siano i rapporti
che noi instauriamo con la verità tramite quei “giochi di verità” che sono così
importanti per la civiltà e nei quali fungiamo sia da soggetto che da oggetto;
secondo, quali rapporti abbiamo con gli altri attraverso quelle strane
strategie e quegli strani rapporti di potere; e terzo, quali siano le relazioni
tra verità, potere e sé. […] cosa c’è di più classico di queste domande e di
più sistematico del passaggio dal primo problema al secondo e poi al terzo per
ritornare infine al primo? (1) »
Per definire il tipo di
condizionamento che interessa l’individuo nella relazione con gli altri e con
se stesso, Foucault utilizza il termine “tecnologie”, che designa quelle
pratiche associate a particolari forme di dominio, e implicanti specifici
metodi di educazione e modificazione delle sue capacità e dei suoi
atteggiamenti (2) . Foucault indica quattro tipi interdipendenti di tecnologie,
tra le quali figurano come ultime
«le tecnologie del potere, che
regolano la condotta degli individui e li assoggettano a determinati scopi o
domini esterni, dando luogo a un’oggettivizzazione del soggetto; le tecnologie
del sé, che permettono agli individui di eseguire, con i propri mezzi o con
l’aiuto degli altri, un certo numero di operazioni sul proprio corpo e sulla
propria anima - dai pensieri, al comportamento, al modo di essere - e di
realizzare in tal modo una trasformazione di se stessi […] (3)». 2