Sulla tua tomba disadorna …la scritta :
“Amavo certi giorni! Ciascuno esattamene
come tutti gli altri .” Mai pensato di doverla augurare … un giorno di riposo eterno
di pace. Bisogna avvertire la minaccia alla vita per sentire la mancanza dei
quieti giorni amati e perduti inutilmente. Bisogna aver perso la pace interiore ...eudaimonia ... per
sentire tanto la mancanza di quei giorni a volte detestati perché troppo pacifici,
troppo uguali gli uni agli altri e perciò noiosi. Quando la vita fallisce,
quando si sente trascinata verso il basso, niente sembra più bello di una
sfilza di giorni tutti uguali, quando basta una carezza a proteggerti e niente
sembra più desiderabile di un enviable emptiness, un vuoto
invidiabile. La vita è un peso ma la morte è un vuoto ancora più pesante.
L’inverno è la stagione del tempo del morire . La morte infondo è la proprietà delle cose
naturali che si rinnovano solo nell’eternità. Solo ciò che non è naturale non
muore. “Le foglie morte posavano sulle pietre; / non c’era vento che le
sollevasse.” L’anima non è naturale come
pensava Democrito. Solo perché può pensarla chi resta dopo la morte del nostro
corpo ….e sa che dopo l’inverno in natura c’è ancora la primavera e l’eterno ritorno
degli eguali e dei diversi .
Nessun commento:
Posta un commento