martedì 8 marzo 2022


 

Il sacro: esperienza e immanenza

Il sacro costituisce senz'altro uno dei temi la cui presenza è pervasiva nell'opera di Bataille e che continuamente riemerge anche là dove non è atteso. Si pensi ad esempio all'importanza che il sacro ha in una raccolta di saggi letterari qual è La letteratura e il male, uno tra gli ultimi libri da lui pubblicati1. Tuttavia il termine sacro deve essere assunto come una di quelle che egli indica, ne L'esperienza interiore, con l'espressione “parole scivolanti”2, così come ad esempio dépense, eterogeneo, sovranità ma anche poesia, silenzio, erotismo. Si tratta di parole che, nell'indicare quanto sempre di nuovo si sottrae alla presa oggettivante del linguaggio, devono continuamente sfuggire dal luogo in cui si pensava di fissarle in un significato definitivo, mantenendosi però su quel limite oltre il quale il processo della significazione si dissolverebbe nel silenzio di una totale assenza di comunicazione. Ne consegue che non è possibile ricavare, dalle numerose pagine che Bataille scrive nel corso degli anni su questo tema, una definizione univoca del sacro, come degli altri termini ad esso connessi, si tratta piuttosto, richiamandoci a quanto egli afferma introducendo la voce informe nel Dizionario della rivista Documents3, non di dare il senso delle parole ma di far emergere il loro compito. A condizione che ciò non vada inteso tuttavia come un'operazione di riduzione del linguaggio ad un insieme razionale di strumenti, ma, proprio al contrario, nel vedere nelle parole la risposta a impellenti bisogni affettivi dell'essere umano.

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