lunedì 11 febbraio 2019



Mercuzio, il funambolo e il pagliaccio : una favola paesologica inattuale .


L’esperienza vitale e attiva della paesologia non è il gioco magico delle parole e i salti misteriosi del “funambolo” che sa correre agile e leggero lungo la fune della vita tesa tra le due torri del passato e del futuro che alterca con un "pagliaccio" convinto in cuor suo di essere più bravo di lui che lo sfida con giochi di parole e sofismi colorati. Quando il "pagliaccio" si avvicina a lui, fa un balzo in aria saltandolo come per sua vocazione e sfottò. In quel momento il "funambolo" perde l'equilibrio,inciampica sulla fune e cade nel vuoto del nulla e per terra. La folla corre via come l'acqua del mare e non soccorre il malcapitato e allora solo "mercuzio" l'amico .... si appresta a soccorrere il "funambolo" che sta per morire e al quale può solo promettere la degna sepoltura per salvare l'anima per i posteri.Tre personaggi che mal interpretano un senso unico e il fine prestabilito della esperienza paeosologica.Il "pagliaccio" con il suo agonismo parolaio del "servo dei due padroni" cerca solo di saltare oltre il "funambolo –uomo" facendolo cadere dalla corda per far ridere la folla ….Il "funambolo" per abbondanza di amore della vita pubblica da parte sua non ha mai rifiutato il senso lineare della corda-vita per le sue performances e per raggiungere il lato opposto si preoccupa di meravigliare e piacre alla folla sottostante con le sue magie, malie e meraviglie umane troppo umane .…."Mercuzio" sa che "Sinistra è l'esistenza umana e ancor sempre priva di senso: e anche un pagliaccio può esserle fatale"…..e per misericordia e benevolenza intanto si prende “cura” del corpo morto del funambolo sottraendolo alla folla adorante da morto . Il "pagliaccio" in cuor suo e in pubblico messosi alla testa della folla osannante consiglia anche a " mercuzio" di non tornare mai più nella città. Questa volta, egli dice, sono stati leggeri con te: hanno solo riso, la prossima volta toccherà a te morire! Mercuzio non bada a questo, così come non bada a quei becchini che lo deridono lungo il suo cammino. Il discorso del pagliaccio conferma il fatto che la folla lo ha preso per un pazzo e l'incontro con i becchini conferma quel che aveva detto il santo, in quanto i becchini scambieranno "mercuzio" per un ladro che cammina di notte. Ad un certo punto "mercuzio" sente fame e vuole fermarsi a mangiare. Qui incontra un vecchio che gli offre da bere e da mangiare: un eremita che sa vivere di "silenzio e solitudine". Successivamente "mercuzio" prosegue il viaggio passando per il bosco,a vivere dei "chiari di bosco" senza cercare di dare senso agli alberi o al bosco nella sua interezza...ma scoprendo sentirei interrotti e svelando i segnavie che gli uomini gli hanno lasciato in dono" ma laddove non vede più alcuna strada, egli non va oltre e si addormenta. Quando Zarathustra si sveglierà penserà all'idea di trovare dei nuovi compagni. Lasciare quel cadavere del funambolo e cercare ancora uomini veri e vivi. Ma "mercuzio" non vuole diventare un pastore e tanto meno un cane per il gregge, non vuole essere la guida, ma vuole insegnare agli uomini a seguire se stessi e apprezzare la solitudine.. "Mercuzio" ha chiara l'idea che lui non viene ben visto dall'uomo perché è colui che intende spezzare le tavole dei valori. Un persona di questo tipo è vista dall'uomo come un distruttore e un essere malvagio, quando in realtà esso consiste in un creatore di nuovi valori……anche per “il funambolo o per il pagliaccio” E così parlò al suo cuore:” Non pastore debbo essere, non becchino. Non voglio parlare nuovamente al popolo: per l'ultima volta parlai a un morto.Voglio accompagnarmi a chi crea, a chi miete, a chi festeggia: voglio mostrar loro l'arcobaleno e tutte le scale del superuomo.Canterò la mia canzone ai solitari e a quelli che sono due nella solitudine; a chi ha ancora orecchie per l'inaudito, a questi voglio opprimere il cuore con la mia felicità.Io tendo alla mia mèta, seguo la mia strada; salterò oltre gli esitanti e i lenti. Sia così mio il cammino la loro autodistruzione!......io preferisco morire beffeggiando i miei assassini per amore dei miei “amici”.

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