Foibe : una questione discussa
di mauro orlando
Al di là delle legittime, comprensibili e rispettabili opinioni personali espresse nella discussione in questa cartella anche come approfondimento personale alla conoscenza dei fatti storici, sono arrivato alle seguenti conclusioni per la mia coscienza democratica e antifascista.
1) Negli anni 1943-45 dalla Venezia Giulia alla Dalmazia si è verificata una malsana saldatura tra una guerra etnico-nazionale e una guerra sociale-ideologica.
2) L’ “infoibamento”, non giustificabile nel suo carattere criminale , risulta l’atto finale storico-politico di un distorto uso dell’intreccio “liberazione e punizione” da parte delle minoranze “slave” contro una italianità che “troppo docilmente si era fatta sedurre e compromettere” da una fascistizzazione forzata dei territori e coinvolgere in una drammatica e cruda lotta e repressione da parte dell’Asse del movimento partigiano titino e della minoranza slava della penisola istriana.
3) I responsabili politici e militari di questa spietata e indiscriminata azione punitiva-repressiva,che vanno dalle unità regolari della Quarta Armata alle formazioni partigiane,hanno commesso questo tragico crimine storico politico nell’ottica di una politica espansionistica con una combina mostruosa di ideologia nazionalista e ideologia comunista ,inquadrata nelle operazioni “antitaliane”legittimate dall’antifascismo sovietico e anglo-americano.
4) L’antifascismo italiano organizzato si spezza tra ala democratica e comunista.Il partito comunista italiano cade in una fatale e tragica contraddizione :Soggiogato e affascinato dalla forza militare del movimento titino non sa opporsi apertamente alle sue pretese espansionistiche e ai suoi efferati e indiscriminati delitti .in nome di un antifascismo totalitario, antidemocratico addirittura ad egemonia slava, commettendo un grave errore storico-politico.
5) Negli anni immediatamente seguenti la fine della seconda guerra mondiale la storiografia di sinistra si espose all’accusa di “unilateralismo interpretativo” insistendo sui guasti della fascistizzazione e sui crimini dell’occupazione nazista , passando sotto silenzio e sottovalutando anche la sua rilevanza etico-politica.
6) Più tardi si incorre in un altro equivoco ed errore sviluppando le polemiche semplificatorie che omologavano foibe e lager (o Risiera di San Sabba, nel caso triestino)- come se l’unico criterio significativo della loro comparazione sia la loro natura criminale.
7) Per amore del vero anche l’affrettata ed errata equiparazione che suggerisce una semplice equivalenza tra “italiani” ed “ebrei “ ci obbliga ad una penosa distinzione , ricordando che l’italianità colpita non era una entità meramente “etnica “ (come nel caso degli ebrei) ma un soggetto politico a torto ritenuto nemico ,complice e responsabile di precedenti violenze subite dalle minoranze slave istriane
Perché scrivo questo ?
Primo per fare un punto sui fatti storici, poi per un rilievo anche per l’oggi che ci aiuti a definire una idea di “italianità” non come mero dato etnico o storico, ma come identificazione con la comunità politica concreta che si riconosce nei valori della democrazia che sono usciti dal crogiuolo dell’antifascismo storico -non dalla parte opposta.
Un excursus storico dell’italianità dal punto di vista della comunità politica, nella sua accezione “liberale “ della destra , sinistra storica e giolittiana, autoritaria e totalitaria del regime fascista, ci porta necessariamente a rilevare che il secondo dopoguerra si è concretizzata quella “comunità politica concreta che si riconosce nei valori della democrazia moderna che sono usciti dal crogiuolo dell’antifascismo storico. Il documento fondativo, la Costituzione italiana, nei suoi principi generali definisce “in modo rigido” tali valori identitari ,democratici e antifascisti, , pur riconoscendo la storia e la cultura precedente dell’italianità :Il problema del riconoscimento di tali “valori” culturali e politici interessa gli italiani che ,storicamente non hanno partecipato liberamente alla costruzione e alla definizione di essi e a quelli che ancora oggi fanno fatica ad apprezzarli e a praticarli politicamente e individualmente. La richiesta della chiarezza non va fatta a chi si riconosce in “questa identità “ culturale, storica e politica ma a chi fa fatica ad accettarla come “valore”.
mauro orlando
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