Teniamo bene a mente questa immagine: una casa, nel margine della campagna , è il luogo dove l’homo sapiens ....agricoltore e cacciatore ha trovato dimora......per vivere una vita autentica agli inizi della sua avventura umana e divina assieme.
Ritornare a questo isolamento activo e a questo silenzio pensante fu il primo passo di Heidegger fuori dall’esilio intellettuale nel quale si era, giustamente, rinchiuso....dopo essere stato travolto dallo stesso suo pensiero politico deviato in ideologia.E allora la casa isolata nella "radura" della selva nera diventa la casa della "parola" autentica "...."Nessuna cosa è dove la parola manca"
L'uomo occidentale dopo il disastro del 900 sceglie di tornare in campagna.... vagabondo nella foresta, dopo tanto incespicare nell’oscurità della "Tecnica" omologante e deviante .Ritorna nella "periferia del mondo " , nella radura e trova una rifugio in cui sostare.....pensare ....ritornare a vivere prendendosi in "cura" sè stesso e ristabilendo un rapporto non di potere con gli altri . La sua dimora è questo linguaggio, del quale non è il padrone: in questa radura, l’uomo non possiede nulla. È solo il custode. Heidegger dice: l’uomo è il pastore dell’Essere. E suo unico compito è custodire questa casa nell’attesa che torni il vero proprietario.L'uomo autentico con un rapporto autentico con sè stesso e con la "terra" che lo ospita.Ripartendo dal recupero del "linguaggio" non della filosofia, della metafisica o della teologia ortodossa ma della "poesia" la lingua dell'essere e non degli enti.
L' essere autentico che si manifesta dentro il linguaggio poetico , nella bocca dell’essere umano, sulla carta delle sue infinite biblioteche.Solo i "poeti" oggi sanno rivivere nell'isolamento e silenzio di una "casa" nella "radura-campagna"dove sentono la presenza viva dell'Essere lontano dalle "bibbie" dai canti tribali e maschere e talismani colorati, o nel grande dispiego di apparecchi scientifici e tecnologici,
Ἀλήθεια! Questa è la verità: ἀ–λήθής, ovvero non (più) nascosto. Verità è lo svelamento quotidiano e mutevole dell’Essere che infine, da occulto che era, si rivela dentro il nostro linguaggio umano. E quindi l’attesa è finita? Non ancora: verità è lo svelamento dell’Essere che continua ad apparire in lontananza, che si intravede nel folto della foresta,nelle periferie, nelle campagne, nei piccoli paesi abbandonati degli appennini dove si nacsonde "la vita autentica" lontano dai "non luoghi metropolitani" dove "il silenzio è vuoto" e la "solitudine ...depressiva".....dove "uno straniero è un nemico" e non un ospite o un visitatore benvenuto. Ma l'Essere siamo anche "noi" che non ci limitiamo subito a celebrare e anticipare il suo avvento....creando templi , altari o chiese.Non aspettiamo una sua "rivelazione" ma la costruiamo giorno dopo giorno in "noi" e in comunitrà con gli "altri". Ma il nostro essere non è sopra nessun "monte" e non è ancora arrivato.....ma arriva continuamente e poi va " a vivere" e a volte si "nasconde" perchè "l'Essere ama nascondersi " (Parmenide) per essere continuamente "svelato" (aletheia" dall'uomo sapiens ed activo. Perché ci sia rivelazione è necessario l’occulto, il mistero, la fede come pensare profondo: l’Essere sive natura provvede anche a questo, annunciando il suo arrivo e restando nascosto. E' il compito autentico del pensare e vivere dell'uomo avvicinarsi autonomamente all'Essere non in modo definitivo ed eteronomo ma provvisorio e eterno. L’Essere non della filosofia o della metafisica nella la staticità assoluta della verità metafisica (il vassoio) – è piuttosto il continuo svelamento che, di volta in volta, storicamente, si dà e si nega alla comprensione umana. Accade, come un evento, dentro il linguaggio, e produce la sua sola verità: l’Essere che non è ancora tornato a casa.....ma è in viaggio e ci parla con "il canto e la poesia" non con i "concetti e le idee".
1 commento:
... Mauro, devi aprire un post sul tuo blog sulla poesia in musica, così ti metto un pò di cosine in versi ...
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