lunedì 22 ottobre 2018

La "decadence" di un colwn!
Quando gli occhi di un clown( nascosti dietro occhialoni neri) riescono, sfuggendo alle più immediate associazioni mentali ed emotive , ad abbattere l’immagine ironica e satirica del suo volto umano troppo umano ,invecchiato e impasticciato di colori troppo intensi....come le vecchie puttane impenitenti . Un artista di strada "nottola giocosa di Minerva" che vola sul far della sera alla ricerca della "vita nascosta" dentro le cose e le persone ...... finisce per offrire di sé il vuoto rituale de "la maschera della farsa e del teatro di maniera " (Crozza e Grillo) e abbandonare quella della più assoluta malinconia vitale nella indistinta e grigia confusione di un' "epoca di decadenza realizzata " come "rivoluzione postuma e inattuale " di "nani sulle spalle di giganti" nella dissolvenza-dissonanza del reale razionale e del reale immaginario in un film di fantascienza .Operazione di "nascondimento" del negativo come stimolo e conflitto per un cambiamento vero "in interiore homini".Compito primario della ricerca del clown nascosto ....mai ritrovato ....come volontà eraprresentazione....per lasciarlo vivere nel suo ruolo di "zotico e irriverente oppositore....mai omologato al rtibasso" del superfluo e del superficiale.E come lo sciocco normale confonde il "dito" (Gabanelli,Glillo, Di Battista, Di maio, ecc. ecc) con la "luna"!
Il clown rivela che il suo mal d’essere si fa immediatamente topos dall’innegabile fascino dello "spettacolo per sè " ...della farsa o macchietta di vita sprecata .Le sue " esibizioni si fanno performances" del superficiale senza dramma e passione.Il "canovaccio" sostituisce i silenzi delle parole non dette nei gesti classici dlle debolezze del corpo che stimola risate sguiate senza anima.Sì perchè il clown cerca l'anima anche in una risata ! La sua maschera fescenninica mostra nella forma e l'evento figura pantomimica dell’apparenza alienata mediante una maschera dalla realtà nei surrogati dei salotti satireschi della televisione di Stato dove oramai "protagonisti e maschere" si scambiano i ruoli senza infingimenti.E allora , se il clown di strada" confonde la strada con le corti , i palazzi del potere con i "termidoro" perde la sua vocazione a penetrare quest’ultime a fondo, sferzando in modo sottile e ferocecon le veritiere critiche un ’apparato sociale debole e superficiale nei suoi "arcana imperi" e nelle sue "palesi incosistenze".
TUTTI SANNO, CIOÈ, CHE UN CLOWN DEV’ESSERE MALINCONICO PER ESSERE UN BUON CLOWN, MA CHE PER LUI LA MALINCONIA E' UNA FACCENDA MALEDETTAMENTE SERIA!
Pablo Picasso, Arlecchino pensoso (1901) ha saputo rappresentare questa "malinconia" come essenza e anima di chi ha il compito storico ed essitenziale di "essere contro" finchè gli lasciano la voce e gli permettono la maschera.
Quando un clown si riduce a cavalcare le "opinioni fredde e corte" della politica politicata spacciata per rivoluzione...i suoi frizzi e lazzi diventano il rito del vacuo e del superficiale relativo ai fatti e i personaggi che è costretto a parafrasare senza credibilità avvolta in un’aura di vacuità e di stasi. È proprio essa, per analogia, ad introdurre alla chiave di lettura più profonda e importante della realtà da smascherare e svelare ad assumero un senso di routine e di inutilità dlla vita sociopolitica. e le sue crepe contraddittorie 
E finalmente il mondo rientra con leggerezza e superficialità nella "notte in cui tutte le vacche sono nere!".....il resto è solo "mutazione antropologica" con alla guida "mosche cocchiere" che non fanno ridere!

Un Presidente onorario che difende la sua onorarietà !
Liberamente ispirato ad uno sguardo furtivo in questo spazio di comunicazione e di "opinioni di un clown ".

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