C’è una desolazione che è anche beatitudine. C’è un paese piantato come un meteorite nell’Irpinia d’oriente, un paese che guarda a un mare d’erba, ai monti Picentini, alle alture lucane. Cairano guarda a sud dalla sua rupe. Non ci sono cose da vedere, nel senso strettamente turistico del termine, ma da Cairano si vede molto, ma bisogna arrivare alla nuca silenziosa del paese: il paese ha letteralmente la testa tra le nuvole. Alla fine di giugno, quando ad occidente c’è più luce, Cairano7x è una settimana per parlare e ascoltare. Non un festival, non è un evento, è una cerimonia dei sensi. Non è un´adunata di specialisti. È una festa del silenzio e della luce, un cantiere delle arti e del buon vivere. Artisti, architetti, archeologi, artigiani, poeti, musicisti, teatranti, registi, gastronauti, pensatori, contadini, nullafacenti, tutti insieme tutti a intrecciare i fili di un nuovo modo di abitare i luoghi considerati più sperduti e affranti. È un´esperienza per i liberi, per i non affiliati, per chi sente il dolore e la bellezza di stare al mondo, per chi ancora vuole provare a fare un buon uso, un uso semplice e profondo, di noi e del mondo. Cairano come luogo d’intreccio, capitale dei confini. Ogni arte, ogni persona si sporge sul bordo di se stessa, si pone in bilico, in ascolto di altre arti, altre persone. Portiamo a Cairano chi lavora per la bellezza, chi ancora crede al mondo come a un luogo per amare ed essere amati. Non si viene qui per esporre le proprie mercanzie artistiche o dialettiche e andare via. Non si viene qui per fare un numero, per eseguire uno spartito confezionato altrove. Si viene qui per fare cultura e politica, per farle insieme. È il momento di smuovere l’immaginazione, costruire progetti che usano la gomma più che la matita. Andiamo sulla rupe per cucire in una nuova alleanza il vuoto e il silenzio e la luce e il cibo e il pensiero e l’arte di trascorrere il tempo su queste schiene di terra che si abbassano verso il mare e in cui ogni paese è una vertebra isolata. Da questo isolamento vogliamo offrirci e offrire un’esperienza di comunità, una comunità necessariamente provvisoria in questa stagione di autismo corale. Non siamo paesanologi, non nutriamo nostalgie dei paesi com’erano una volta. Ci sporgiamo verso il futuro partendo da una fonte che sia solo nostra. Siamo stufi di pensare a questi luoghi con le categorie degli altri. Non cerchiamo turisti, ma nuovi residenti. E si verrà in questi luoghi non solo per lo loro bellezza, ma perché qui si può sperimentare un diverso modo di vivere, lontano dall’affollata insolenza dei centri urbani.
domenica 9 maggio 2010
Elisir d'amore ......per un viaggio che continua......
.....C A I R A N O 7x 2010.....il viaggio continua!
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