….quello che più mi
manca è la sua " intelligenza
sensibile...emotiva....naturale...umana....diretta ....quasi animale" il
resto è cronaca...a volte "storia" con la minuscola....la nostra
storia di vita è fatta di bellezza...bontà e giustizia e l'uso di parole
...èkon lègon..è quello .della " poiesis" del "fare
vivendo" più che di " sophia" .."pensare vivendo " .
meno della "doxa-opinione" del "dire il niente" che non mi
riguarda!
Divagazioni su Pasolini
Franco Arminio
Pasolini ha vissuto in
un tempo in cui ancora si poteva agire.Si può agire anche adesso, ma spesso
sono azioni virtuali, azioni che ti lasciano nella gabbia del tuo corpo e non
riesci a uscire.Pasolini che vuole aprire gli occhi è dunque un uomo che soffre
perché gli uomini dagli occhi chiusi, gli uomini dallo sguardo basso non
vogliono cambiare postura.Pasolini e i molli. L’eterna mollezza italica. Ci si
può ridere quando si svolge in un bar, diventa pericolosa quando agisce sul
piano della storia. Pasolini aveva uno spirito greco, una pulsione balcanica in
una nazione che è tutto un formicolio di mezze misure, di cattiverie senza
talento, di generosi che non ti danno niente.Sempre in Italia a un certo punto
ti ritrovi al punto di Pasolini. Hai intorno a te un’umanità a basso voltaggio.
Più lavori e più sei denigrato. Nessuno sopporta l’eroismo, il martirio. I
devoti della miseria spirituale non ti perdonano la tua inquietudine. Ti dicono
narciso, egoista, ti attribuiscono calcoli dove hai slanci, ti fanno furbo come
loro, non capiscono il furore, lo scambiano per arrivismo.
Pasolini e l’Italia che
non vuole cambiare e però non accetta di essere limpida, secca. L’Italia umida,
corrotta. L’Italia ingrata coi suoi spiriti irregolari. L’Italia che non ama
l’eresia, il coraggio. L’Italia che ama i facili e non capisce i semplici.
Pasolini era una fiamma. Portava la verità nel corpo. Era un batticuore in giro
per il mondo. Lui amava se amava, soffriva se soffriva, guardava se guardava.
Parola e azione, studiare ed esporsi, giocarsi la vita, non giocare con la
vita. Osare, esagerare, rompersi piuttosto che estinguersi.Ora siamo
nell’Italia degli estinti, solfatara del rancore. Ai tempi di Pasolini la
parola grande e la parola piccola erano ancora ben distinte. Adesso tutto è
sulla stessa tavola digitale, il sonetto e l’ingiuria sgraziata, il cuore
limpido e quello opaco. Pasolini non ha cambiato l’Italia ma ha dato una pista
per chi vuole stare alla larga dai compromessi. I suoi nemici invincibili erano
gli epigoni di Ponzio Pilato. Li vediamo al lavoro ogni giorno. Possono perfino
amare Pasolini, ma in fondo vogliono uccidere il suo spirito ogni volta che si
ripresenta in altre figure. Il delitto di Ostia in qualche modo continua.
Pasolini è insopportabile. Questa è una nazione col respiro corto, col respiro
furbo. Odia gli innocenti, odia il sacro. E lo sterminio che Pasolini aveva
intravisto non si ferma in nessuna giornata. La coalizione dei mediocri tiene
il suo rogo sempre acceso, basta un cenno di poesia e sei condannato, non hai
diritto a svolgere le tue indagini sulle umane inquietudini, devi limitarti
alla melina, alla pozzanghera.Il gioco è scambiare la lotta per lamento.
L’amore indicibile per i corpi diventa immorale. La violenza del non saper
bruciare, i tutori del gelo. Pasolini di nuvole e di vento contro il mondo
chiesa, il mondo chiuso. La luce, il buio, le cose nette. Lui sapeva e ora
sappiamo anche noi. Il tempo che ci resta non può essere speso assieme ai
molli. Amare quello che non è molle: il volo degli uccelli, il ramo da cui
escono le foglie, le cose mirabili che ancora riescono agli umani.
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